Un referendum per tastare il polso e scoprire se davvero i cittadini sono d’accordo sulla realizzazione della sede unica della Regione Abruzzo nelle Aree di risulta di Pescara
Per arrivare al referendum, che non può che essere consultivo, occorre però procedere per tappe obbligate, la prima è la raccolta delle firme: ne occorrono almeno 6000, hanno spiegato oggi in conferenza stampa gli esponenti del centrosinistra che sostengono il comitato promotore.
I pescaresi potranno firmare o nella sede operativa di via Ancona 53 o ai banchetti che saranno allestiti in vari luoghi della città. “Il sindaco Masci – ha detto oggi in conferenza stampa Carlo Costantini, consigliere comunale di Azione e portavoce dell’iniziativa referendaria – non si interroga su ciò che serve veramente alla città. Siamo pieni di cemento da recuperare,non possiamo permetterci di collocare la sede della Regione nelle aree di risulta”. Un concetto condiviso anche dal deputato del Pd Luciano D’Alfonso: “Sarebbe uno spreco. Darò fondo a tutta la mia fantasia per evitare la marconizzazione delle aree di risulta”. Una volta concluso l’iter della raccolta di firme e arrivata la relativa validazione, si apriranno le urne referendarie.