“Per risolvere in maniera funzionale, efficace e definitiva la problematica del bivacco quotidiano e costante di senzatetto extracomunitari e del disturbo della quiete pubblica in via Martiri Pennesi, occorre dare una vocazione a quell’area”. Sul problema di bivacchi e del degrado in Via Martiri Pennesi a Pescara interviene in una nota il Presidente della Commissione Commercio-Attività Produttive Fabrizio Rapposelli. (FOTO)
“A questo punto proporremo all’amministrazione di localizzare nel tratto compreso tra l’inizio di via Castellamare e l’incrocio con via De Amicis la nuova ciclostazione delle bici elettriche e dei monopattini che doterà l’area di un presidio fisso istituzionale, e determinerà una frequentazione di un’utenza diversa con un andirivieni di persone che rappresenteranno un deterrente naturale. Nel frattempo chiederemo l’adozione di misure a tempo immediate, come un presidio fisso delle Forze dell’Ordine, l’installazione dei nuovi impianti della pubblica illuminazione capaci di creare un effetto a giorno anche nelle ore notturne, l’interramento del manufatto che custodisce un impianto idrico, oltre che a zaini e borse abbandonate, e, infine, valuteremo la possibilità di occupare l’asse almeno il mercoledì mattina con alcune bancarelle del mercato settimanale. A giorni organizzeremo con i cittadini una nuova verifica circa gli impegni assunti. Lo ha detto il Presidente della Commissione Commercio-Attività Produttive Fabrizio Rapposelli che oggi ha convocato la Commissione in sopralluogo in via Martiri Pennesi per incontrare residenti e commercianti.
“Il problema denunciato dai cittadini continua ad assumere, giorno dopo giorno, contorni sempre più preoccupanti che non possono essere sottovalutati – ha sottolineato il Presidente Rapposelli -. Parliamo della presenza di cittadini stranieri ed extracomunitari, evidentemente senzatetto e in condizioni di disagio, che trascorrono le loro giornate in via Martiri Pennesi, nel primo tratto della cosiddetta filovia, al riparo dei balconi dei condomini presenti, mangiando, fumando, bevendo, com’è facilmente intuibile per la presenza delle bottiglie vuote e di rifiuti vari nella via, e soprattutto producendo schiamazzi a ogni ora del giorno e della notte, rendendo impossibile una civile convivenza con i residenti e con i commercianti, per i quali la loro presenza appena all’esterno delle attività, ogni giorno, rappresenta di fatto un deterrente che tiene lontani passanti e potenziali clienti.
Non solo, prosegue Rapposelli, come hanno riferito i cittadini, oggi molti di quei soggetti, che vivono in uno stato costante di alterazione alcolica, rappresentano un pericolo visto che spesso danno origine a risse violente, placate solo dall’arrivo delle Forze dell’Ordine. Impossibile per chiunque reagire alla loro presenza abusiva: molti sono i commercianti e i residenti proprietari di unità abitative nel posto che sono stati aggrediti solo per aver loro chiesto di interrompere il baccano o di spostarsi. Di fatto oggi quelle persone sono i veri padroni della via, dove utilizzano anche un cubo in muratura, utilizzato come tavolino per i pranzi e le cene dei clochard.
Non basta: i cittadini sospettano anche la presenza di uno spaccio di sostanze stupefacenti e, fra l’altro, aprendo la botola superiore del cubo in muratura, abbiamo trovato all’interno zaini nuovi e borse in buone condizioni abbandonati, frutto di scippi o lasciati in custodia per altri scopi. Ovviamente – ha proseguito il Presidente Rapposelli – i soggetti più a rischio in questa vicenda sono le donne del quartiere, prese di mira dagli uomini in stato di alterazione alcolica, e i bambini spaventati da quelle presenze, tanto da non voler uscire di casa o da chiedere ai genitori di fare lunghi giri per trovare vie alternative per fare rientro a casa.
Ora è il momento di individuare soluzioni: la prima, realizzabile a medio termine, è quella di dare una vocazione di fruibilità dell’area, ovvero localizzarvi la nuova ciclostazione di bici e monopattini elettrici per la quale l’amministrazione comunale sta chiudendo la fase della gara d’appalto. L’idea ci pare ottimale perché lo spazio necessario per parcheggiare i mezzi c’è, l’asse viario è già destinato a ospitare la filovia in un futuro imminente e quella presenza quotidiana scoraggerebbe il bivacco dei senzatetto, il cui ‘riposo’ verrebbe di fatto disturbato. Intanto, mentre l’Ufficio Verde sta già curando in maniera continua lo sfalcio delle aiuole e la pulizia degli alberi sfrondati, dovremo trovare altri elementi di riqualificazione: innanzitutto interpelleremo Pescara Energia per chiedere di accelerare la sostituzione dei vecchi lampioni, sporchi e insufficienti, con i nuovi impianti, capaci di illuminare a giorno l’area; con l’Ufficio Patrimonio valuteremo se c’è la possibilità di recintare in qualche modo almeno il corridoio di passaggio pedonale sottostante i balconi, in modo da impedire ai senzatetto di occupare ventiquattro ore su ventiquattro le soglie di marmo sottostanti, utilizzate come giaciglio per dormire o come seduta, tra una lattina e l’altra di birra; senza dubbio chiederemo l’istituzione, almeno per alcuni mesi, di un Presidio fisso delle Forze dell’Ordine, al pari di quanto sta facendo la Polizia municipale in via Mazzini, senza dimenticare la necessità di installare le telecamere del Comune, e con l’assessore al Commercio verificheremo la possibilità di avanzare anche su questo tratto di strada-parco le bancarelle del mercato settimanale del mercoledì. In altre parole – ha sottolineato il Presidente Rapposelli – dobbiamo rendere via Martiri Pennesi un asse viario vissuto da cittadini che escono per fare due passi, fare acquisti, stazionare con i nipoti, e non una semplice via da percorrere correndo per evitare di essere attenzionati dai senzatetto.
Fra l’altro convocheremo anche i volontari della Comunità di Sant’Egidio che sarebbero in contatto con i clochard della zona e ai quali, la sera, porterebbero da mangiare sul posto. Ora, comprendiamo la loro missione solidale, ma è anche vero che se la presenza di quei senzatetto si trasforma in un problema di ordine pubblico, come nel nostro caso, quella solidarietà non può contrastare l’azione della pubblica amministrazione incoraggiando la loro permanenza, piuttosto dalla Comunità ci attendiamo progetti e interventi da Terzo settore per il reinserimento sociale di quegli utenti in condizioni di difficoltà. Per quanto riguarda il cubo in muratura, sentiremo invece Aca e Consorzio di Bonifica centro per chiedere di chi sia la proprietà, e quindi la competenza ad agire, sull’impianto idrico situato all’interno, proponendo l’intervento per il suo interramento”.