Sulla realizzazione della filovia a Pescara si registra l’intervento del “Comitato Strada parco bene comune” il quale in una nota interviene in merito alla sicurezza dei cittadini.
“Ci sono cose che un’Amministrazione comunale non può e non deve fare. Si legge nella nota, tra queste, mettere in pericolo la sicurezza dei suoi cittadini.
Ed è proprio quello che rischierebbe di capitare sulla Strada Parco di Pescara e Montesilvano, sottostimando i contenuti illuminanti dell’Ordinanza n.00228/2021 pubblicata il 29 settembre scorso dal Tribunale Amministrativo Regionale – Sezione staccata di Pescara, che sospende l’effetto del “Nullaosta Tecnico a fini di sicurezza” rilasciato dal Ministero dei Trasporti il 15 marzo scorso in ordine alla ripresa dei lavori per la realizzazione della filovia.
“Un Giudizio che, nel merito, definisce la “terza variante” al progetto filoviario, partorita con sofferenza dagli uffici tecnici di TUA SpA per ovviare alle gravi criticità accertate in ordine alla sicurezza stradale, con quattro aggettivi disarmanti: “perplessa, dubitativa, condizionata, ipotetica”. Criticità segnalate da lunghi anni a tutti gli Enti responsabili del procedimento dal Comitato Strada Parco Bene Comune, che – peraltro – costituiscono parte integrante dei “motivi aggiunti” depositati dallo Studio legale Di Tonno al TAR di Pescara il 26 luglio scorso, sui quali il Ministero ha preso tempo per disporre “ulteriori verifiche e approfondimenti”, a causa della “fondatezza” delle questioni rappresentate”.
Chiedere di esercitare prudenza in materia di sicurezza, è un dovere primario per un Comitato che, legittimamente, mira a fini statutari alla tutela degli interessi dei cittadini di Pescara, violati gravemente nel caso di specie.
“Rispondere positivamente a questa sollecitazione, è parimenti un dovere ineludibile per chi ha la responsabilità di amministrare la cosa pubblica. Si prenda dunque finalmente atto, dopo decenni di lavori inutili, del fallimento conclamato di un progetto che intenderebbe installare, senza alcuna possibilità di successo, un sistema TRM impossibile da realizzare sull’unico corridoio verde della città, onde poter esaminare – in conformità ai principi consolidati dell’Ordinamento – le alternative più utili e praticabili. Anche, e soprattutto, al fine di preservare il finanziamento del primo lotto per poter creare le premesse al conseguimento del finanziamento aggiuntivo di 62 milioni di Euro – richiesto al MIMS il 15 gennaio decorso dal Comune di Pescara nella qualità di stazione appaltante, a beneficio del secondo e terzo lotto dell’impianto: indispensabile per dotare davvero il circondario di un sistema di trasporto rapido collettivo in sede propria doverosamente applicato all’intera area metropolitana, atteso vanamente da trent’anni. Incaponirsi sulla pessima soluzione progettuale in fallace corso d’opera da tre lustri, si legge infine nella nota, significherebbe procurare un danno storico imperdonabile al futuro della nostra amata Pescara”.