Dai racconti dei compagni di classe, ancora sotto shock, il ragazzino ora in ospedale a Pescara per aver ricevuto una coltellata all’addome, nel cortile dell’Acerbo si è “solo” trovato al momento sbagliato nel posto sbagliato. A colpirlo un altro studente al termine di una lite con altri ragazzi
Una discussione come molte, i toni di voce alti: sono da poco passate le 14 quando i ragazzi dell’Istituto Acerbo stanno lasciando il cortile della scuola per tornare a casa e ad un gruppetto si avvicina un ragazzo di 16 anni furioso con uno di loro. Il resto è la cronaca di una baruffa finita con una coltellata all’addome ad uno studente che, pare, nulla avesse a che fare con la lite in corso. I compagni subito si accorgono della gravità della situazione vedendo il sangue a terra e il ragazzino ferito accasciarsi: qualcuno racconta di un coltello non propriamente piccolo. Sul posto subito un’ambulanza che porta il ferito all’ospedale di Pescara mentre la Polizia ferma l’aggressore anche per capire l’accaduto. I professori pensano, invece, a calmare i ragazzini visibilmente spaventati.
Resta da capire come sia possibile che uno studente vada a scuola con un coltello e il decorso ospedaliero del ragazzo ferito: pare che sebbene sotto osservazione la ferita sia stata superficiale.
L’accoltellatore, anche lui minorenne, è già stato identificato. Soccorso dal 118, il 16enne è stato trasportato in ospedale. Sono in corso gli accertamenti sanitari, ma in base alle prime informazioni avrebbe riportato una ferita non profonda e le sue condizioni non sono gravi. Degli accertamenti si stanno occupando gli agenti della squadra Mobile, al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti.
“Che io sappia si è trattato di un alterco degenerato – ci dice il dirigente scolastico dell’Acerbo Carlo Di Michele che raggiungiamo telefonicamente-; mai prima che io sappia vi erano stati episodi sospetti che avessero allertato i professori. Tuttavia anche se si tratta di un episodio isolato è chiara la gravità dell’accaduto. Occorre, tuttavia, ricordarci che si tratta di adolescenti e che fatti come questi debbano richiamarci all’urgenza educativa. I conflitti non si risolvono mai con la violenza: quanto accaduto oggi deve ricordarci a tutti noi, adulti in primis, che la scuola è davvero il luogo educativo per eccellenza, insieme alla famiglia: specie in un momento storico, anche personale, molto delicato e precario siamo tutti chiamati a riflettere su fatti del genere”.