I vertici dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale di Pescara (Ater) sono stati sanzionati dall’Autorità anticorruzione (Anac) per mancata trasparenza e attività anticorruzione nell’ente. Il presidente Lattanzio replica parlando di “semplice svista interpretativa”
Ciascun componente del consiglio d’amministrazione, oltre al presidente e ai componenti dell’organo collegiale incaricato illegittimamente di funzioni di Responsabile anticorruzione, dovranno pagare di tasca propria una sanzione pecuniaria pari a mille euro ciascuno per complessivi seimila euro. E’ quanto si evince dalla delibera 238 dell’11 maggio 2022, approvata da Anac.
Dopo approfondite verifiche e contestazioni sollevate da Anac nelle settimane scorse, i vertici Ater si sono mostrati del tutto inadempienti, senza avviare nemmeno le minime procedure necessarie per adempiere agli obblighi di legge. L’autorità fa presente anche che, dal 2020 al 2022, alcuni professionisti esterni nominati parte dell’organismo di vigilanza dell’ente, hanno accettato l’incarico illegittimo di Responsabile
anticorruzione percependo emolumenti aggiuntivi alla retribuzione, senza però fare nulla per mettere l’ente in regola a quanto stabilito dalla legge in fatto di trasparenza e anticorruzione.
Anac ha accertato, pertanto, culpa in vigilando, rilevando – come viene riportato dalla delibera 238 “gravità dell’infrazione, rilevanza degli adempimenti omessi, contestuale omissione di più di uno dei provvedimenti obbligatori, reiterazione di comportamenti analoghi a quelli contestati, opera svolta per l’eliminazione o attenuazione delle conseguenze dell’infrazione contestata”.
Il presidente Mario Giuseppe Lattanzio replica parlando di “svista interpretativa”.
“L’Autorità nazionale anticorruzione”, dice il presidente, “ha rilevato alcuni inadempimenti di natura formale nei confronti dei componenti del Consiglio di amministrazione dell’Ater Pescara e dell’organo collegiale di Responsabile di prevenzione della corruzione e della trasparenza in ordine all’adozione del Piano triennale della corruzione, che è lo strumento adottato dall’ente in conformità al Piano nazionale Anac. È stato rilevato, in buona sostanza, che l’Ater non avrebbe adottato il Piano per la prevenzione della corruzione per il triennio 2021-2023. In realtà, come ha potuto rilevare la stessa Anac, l’Ater ha adottato e pubblicato sul proprio sito istituzionale, ai sensi di legge, il piano relativo al triennio 2020-2022, con i relativi aggiornamenti annuali. Quel che viene rimproverato all’ente è non aver riadottato anno per anno il medesimo piano unitamente agli aggiornamenti. Una circostanza che non ha influito né influisce sulle misure predisposte dall’ente per la prevenzione della corruzione, le quali, al contrario, sono pienamente conformi al dettato normativo”.
Dunque, per il presidente si è trattato di “una semplice svista interpretativa, che certamente non inficia il minuzioso lavoro svolto sia dal Consiglio di amministrazione, sia dal responsabile della Prevenzione della corruzione e della trasparenza (Rpct), che l’Ater Pescara, in una fase di riorganizzazione aziendale, ha fatto coincidere con l’Organismo di vigilanza nominato ai sensi del D.Lgs n. 231/2001. La stessa ANAC nel PNA 2019, consapevole delle possibili difficoltà che si possono presentare negli enti di piccole dimensioni, auspica che gli indirizzi assunti in merito vengano rispettati per quanto possibile”.
Secondo Lattanzio “né la normativa in materia, né lo stesso Pna stabiliscono in maniera rigida il criterio di scelta del Rpct e nemmeno escludono espressamente e tassativamente la sovrapponibilità tra Rpct e Odv: il parametro di riferimento per l’un caso come per l’altro è piuttosto da rinvenirsi nella specificità organizzativa dell’Ente, tenuto conto della dotazione del personale e della presenza di competenze interne”.
Il presidente sottolinea anche che la stessa Anac ha riconosciuto che “non c’è dolo da rintracciarsi in questa vicenda, ma solo una forma di negligenza, per altro di discutibile interpretazione, tale comunque da aver giustificato l’erogazione della sanzione minima prevista per legge, pari a 1.000 euro per ciascuno dei soggetti interessati”.
I vertici Ater valuteranno nei prossimi giorni se presentare ricorso al tribunale civile contro il provvedimento Anac.