E’ stato presentato anche a Pescara “Un ostello per ogni città”, il progetto realizzato da AIG e Anci per rilanciare il turismo in Abruzzo e in Italia.
Per i genitori di una volta, soprattutto italiani, mandare in vacanza il fanciullo imberbe in quello che ritenevano essere un allevamento di pulci e brutti soggetti non era proprio cosa. Solo a sentirla nominare, la parola “ostello” faceva drizzare i capelli in testa a mammina e papino. Per fortuna le cose cambiano, e soprattutto cambiano le strutture: così quello che, forse già allora, non era affatto l’inferno, oggi si avvicina almeno al purgatorio, se non all’anticamera del paradiso. A lungo andare anche le residue recalcitranze familiari saranno sgretolate, anche grazie a progetti come quello presentato a L’Aquila lo scorso maggio e aggiornato oggi a Pescara dall’AIG (Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù). L’iniziativa, realizzata con l’Anci (Associazione Nazionale Comuni d’Italia), si chiama “Un ostello per ogni città” ed è nata con l’obiettivo di rilanciare il turismo e far tornare l’Italia ai vertici della classifica delle mete preferite a livello mondiale. Ancora oggi, in Abruzzo, l’unico ostello ufficialmente censito risulta essere il “Tre confini” di Villavallelonga, ma è notizia fresca che l’AIG sta mettendo a punto un intesa con Anas e Ferrovie dello Stato in relazione ad immobili dismessi che potrebbero diventare ottimi ostelli per la giuventù, dalle case cantoniere, la cui dimensione raccolta e appetibile dal punto di vista ambientale potrebbe risultare perfetta per il cicloturismo, fino agli ex alberghi dei ferrovieri, già naturalmente predisposti all’ospitalità e quindi facilmente riconvertibili. La novità è emersa proprio a Pescara, a parlarne è stato il segretario AIG, Carmelo Lentino. In Abruzzo, al momento, c’è un solo ostello registrato, ma Lentino ha annunciato che presto all’unico fin qui esistente, situato a Villavallelonga, si stanno per aggiungere nuove realtà.
“Tutti noi, insieme al referente abruzzese di AIG, Felice Marinucci, lavoriamo per questo, e presto potrebbe arrivare il momento di nuove inaugurazioni”.
Al giorno d’oggi i giovani si spostano parecchio, complice il successo dei viaggi low cost, e quando lo fanno cercano strutture a prezzi abbordabili ma che, nello stesso tempo, siano accoglienti e pulite e magari offrano anche occasioni di socializzazione e aggregazione. Gli ostelli moderni stanno sul pezzo: sono diventati sempre più simili agli hotel, non a caso si chiamano anche alberghi per la gioventù, e sono dotati di spazi comuni.
Il primo ostello per la gioventù nacque in Germania, tra il 1910 e il 1912, grazie all’intuizione di un giovane insegnante, Richard Schirmann. Il docente e i suoi ragazzi, mentre erano in gita scolastica, furono costretti a passare la notte in un granaio perché non erano riusciti a trovare una struttura economica in cui dormire. Poco dopo Schirmann inaugurò il suo primo ostello in un castello restaurato di Altena, visitabile ancora oggi negli spazi museali del maniero. Il maestro si diede molto da fare per ampliare il movimento degli Ostelli per la Gioventù, convinto che solo la conoscenza reciproca potesse favorire le opportunità di pace. Terminata la guerra, fondò l’Associazione Tedesca degli Ostelli per la Gioventù, seguita negli anni da sodalizi analoghi nati in tutta Europa. Nel 1945 nacque l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù (AIG) fondata da Aldo Franco Pessina, giornalista e filosofo, che sposò le idee innovatrici di Schirmann. Oggi sono 89 le associazioni nazionali, quasi 4 milioni di soci, più di 3.300 ostelli in tutto il mondo. I prezzi sono più bassi rispetto agli altri, ma non sono irrisori, anche perché la maggior parte degli ostelli offre arredi e servizi di qualità, connessione wi-fi, aria condizionata, tv satellitare e spesso anche bagno nella camerata condivisa (da 4 letti in su, a seconda dei casi).