Pescara: botta e risposta sulla sede della Cri

A Pescara è botta e risposta tra Croce Rossa e Provincia sulla notifica dello sfratto esecutivo, da parte dell’ufficiale giudiziario del tribunale, al Comitato provinciale che, entro il 17 aprile, dovrà lasciare i locali di via Avezzano.

Un vecchio debito da 25mila euro, che era stato contratto con la Provincia di Pescara dalla vecchia gestione della Croce Rossa, grava come un macigno ed ha portato l’Amministrazione provinciale a decidere per lo sfratto da via Avezzano del Comitato provinciale della Cri presieduta dall’avvocato Fabio Nieddu. I locali in questione sono stati dati in affitto nel 2006 dall’allora presidente Pino De Dominicis e dall’ex prefetto Giuliano Lalli. Il presidente Nieddu lancia un nuovo appello al presidente Di Marco e ai consiglieri provinciali affinchè si trovi una soluzione, visto che è l’associazione è pronta a sanare il debito.

Il presidente Nieddu è intenzionato a “saldare interamente la morosità pur di consentire ai volontari di poter continuare a svolgere le proprie attività in favore dei nostri concittadini. L’alternativa individuata di una nuova sede al primo piano della scuola dell’infanzia Villa Fabio, lungo la trafficata via del Circuito, appare difficilmente percorribile perchè  si tratterebbe di spostare uomini e mezzi in una sede strutturalmente inadeguata rispetto alle loro esigenze e poiché si rallenterebbe tantissimo il servizio di ambulanza che quotidianamente copre tra le venti e le trenta uscite giornaliere. Qualsiasi motivo politico ci possa essere alla base di questa assurda decisione non giustifica la totale chiusura “.

Il presidente della Provincia Antonio Di Marco, in una lettera del 4 dicembre scorso, però, afferma “Non sono io ad aver sfrattato la Croce Rossa, ma è stata la precedente Amministrazione provinciale: questo è un atto di sfratto per morosità che risale alla presidenza di Guerino Testa, io mi sono limitato ad applicare la legge. La procedura giudiziaria è stata avviata da Testa per cercare di recuperare le somme degli affitti non pagati e, dopo diversi anni, siamo arrivati a questo punto. Ieri, c’è stato anche un incontro tra il prefetto Gerardina Basilicata e la vice presidente Silvina Sarra per discutere della vicenda e cercare una soluzione”.

I 400 volontari  ogni giorno sacrificano il proprio tempo libero per aiutare gratuitamente ben 423 famiglie in difficoltà, offrendo un servizio indispensabile sul territorio anche attraverso la distribuzione di pacchi di generi alimentari.

Il presidente Nieddu ha inviato lettere a tutti i consiglieri provinciali,  al Presidente e al Dirigente della Provincia, al Sindaco di Pescara, al Presidente della Regione e ai soci della Cri che riportiamo integralmente:

Comunicazione consiglieri provinciali

 

IL SERVIZIO DEL TG8:

 

LA REPLICA DEL PRESIDENTE DI MARCO:

Il presidente della Provincia Antonio Di Marco ci ha inviato una lettera in cui spiega il perchè del straferimento della sede della Croce Rossa da via Avezzano e Pescara che pubblichiamo integralmente.

 

“Quando la Provincia di Pescara si fece carico del problema della sede della Croce Rossa provinciale, nel 2003, fu fatto in seguito alla presentazione di un progetto di assistenza e soccorso su larga scala, riferito al territorio della provincia di Pescara. Allora la Croce Rossa era un Comitato Provinciale guidato da un Commissario l’avv. Fabio Nieddu, da poco tornato alla guida della CRI. Oggi, a differenza di 15 anni fa, quell’organizzazione si è trasformata in Comitato locale, ed è riferito in particolare al territorio del Comune di Pescara. Anche per questo riteniamo che sia il Comune a doversene fare carico, come già stabilito nel 2015 in seguito ad un protocollo d’intesa firmato dall’allora vicesindaco e dall’assessore al patrimonio. E’ vero che sono stato io a dare avvio agli atti giudiziari per il trasferimento della Croce Rossa, ma questo è avvenuto solo a distanza di anni dalle prime lettere di sollecito, nel 2012 e nel 2013 (e dunque nel periodo della presidenza di Guerino Testa) da parte dei dirigenti che si sono succeduti al settore Patrimonio della Provincia, e che diffidarono la CRI al pagamento dei canoni insoluti accumulatisi fino al 2012. Soltanto a seguito dei numerosi solleciti della Provincia, la Croce Rossa propose un piano di rientro del debito, parzialmente saldato, e per il quale rimane una ulteriore somma insoluta di circa 20.000,00 euro. Le condizioni in cui versa la Provincia di Pescara, come tutte le Province italiane non consente di assicurare la sede anche ad associazioni che, per quanto meritevoli e prestigiose, sono al servizio della città e della ASL. In questo caso, oltre al problema della morosità, c’è anche quello della disponibilità di spazi richiesti dalla Prefettura, in seguito all’accordo, vigente già da diversi anni e caldeggiato da tutti i Prefetti che hanno guidato la sede di Pescara, per l’ampliamento del Centro Operativo della Protezione civile (COP) ora confinato in una stanza attigua ai locali della Croce Rossa. Un Centro che per poter essere rilanciato, in un territorio così fragile e spesso in emergenza come quello della nostra provincia, ha bisogno di spazi e di uomini che lavorino nel COP, con il coordinamento della Prefettura. Dunque torna assolutamente d’attualità il tema della collaborazione istituzionale con l’amministrazione comunale, argomento di cui il Presidente ha parlato a suo tempo con Sindaco e assessori, e anche con Marinella Sclocco, assessore regionale alle Politiche sociali. E’ vero che l’assessore Sclocco mi inviò una nota in cui esprimeva perplessità sull’idea di dover tornare in possesso di quei locali, ma ne seguì un chiarimento sereno, nel quale lei stessa convenne sulla mia proposta di coinvolgere l’amministrazione comunale, che, in effetti ci fece una prima proposta. Einfatti nel 2015 chiesi alla Croce Rossa di trasferirsi nei locali messi a disposizione dal Comune di Pescara in una edificio di Villa Fabio, a seguito del protocollo d’intesa stipulato tra Comune e Provincia. Ora solleciterò il Comune a verificare la disponibilità di altri locali di facile accesso, e collocati su strade idonee. Saremo disponibili a considerare il tempo necessario per l’individuazione e il trasferimento, con l’auspicio di trovare una soluzione soddisfacente per tutti e di poter realizzazione pienamente il
progetto del Centro Operativo della Protezione Civile”.

Alcune puntualizzazioni del Presidente Di Marco :
1- Ai sensi del d lgs 178/2012, art. 1 bis, nonché del dm 16/04/2014, art. 6, il Comitato locale di Pescara della CRI subentra ex lege in tutti i rapporti contrattuali attivi e passivi di locazione già pendenti e stipulati dal disciolto comitato provinciale di Pescara. E quindi anche nella obbligazione di pagamento del debito concernente la morosità maturata nei confronti della Provincia di Pescara.

2 – La procedura di sfratto è esecutiva da circa un anno. L’ufficiale giudiziario ha effettuato già tre accessi per dare esecuzione alla ordinanza che ha convalidato lo sfratto: il primo ad agosto 2017, il secondo a novembre 2017 e il terzo il 5 aprile 2018. I rinvii sono stati concessi dalla Provincia su richiesta del comitato locale della CRI, al fine di consentire al medesimo comitato locale, che aveva dichiarato all’ufficiale giudiziario di voler rilasciare spontaneamente i locali, di evitare l’esecuzione forzata. Dopo tre accessi andati a vuoto, per avere il comitato locale rifiutato il rilascio
spontaneo, l’ufficiale giudiziario ha fissato un quarto accesso per il giorno 17 aprile per lo sgombero forzoso nel caso in cui i locali non siano nel frattempo liberati spontaneamente.
3- il Comitato locale ha proposto opposizione avverso l’ordinanza esecutiva di sfratto, chiedendo al giudice la sospensione d’urgenza della efficacia del titolo giudiziale; il tribunale, poiché il comitato locale opponente non si è nemmeno presentato all’udienza fissata, ha rigettato la sospensione dichiarandola addirittura inammissibile. Per tale ragione la procedura esecutiva procede nelle forme di legge.
4- Il Comune di Pescara, su sollecitazione della Provincia, con cui nel 2015 è stata formalizzata la stipula di un protocollo di intesa, ha individuato un immobile assegnando lo stesso al comitato locale con DG n. 529/2015 e con successiva DG n. 883/2016. Su richiesta del Comitato locale, il Comune ha assegnato non più l’intero immobile, ma solo una porzione dell’immobile per il periodo di quattro anni ad un canone addirittura inferiore a quello che avrebbe dovuto pagare alla Provincia, a fronte peraltro di una superficie superiore rispetto a quella provinciale.