Il ruolo che svolgono è prezioso, fanno parte del sistema dei medici soccorritori del 118, hanno turni pesanti e grandi responsabilità, eppure il loro contratto in convenzione non prevede né l’accesso ai bonus né di fare carriera.
Il folto gruppo di medici soccorritori abruzzesi chiamati ad integrare il lavoro delle Asl segue due percorsi di rivendicazione: alcuni chiedono di essere equiparati ai dipendenti delle Asl, altri sollecitano l’applicazione dei meccanismi di premialità per il lavoro svolto. Eppure, nonostante le sollecitazioni e le lettere inviate all’assessorato, per i medici convenzionati di emergenza sanitaria territoriale iscritti agli Ordini provinciali nulla sembra essere cambiato. Per questo continuano a reclamare attenzione su problemi, contraddizioni e iniquità del loro contratto di lavoro.
Sul fronte della richiesta di premialità c’è la dottoressa Roberta Orsini, medico convenzionato a Chieti, referente regionale della SIS, la società italiana sistema 118, finalizzata a garantire la migliore risposta possibile di soccorso sanitario in tutti i casi di emergenza e di urgenza.
“Regioni e sindacati – afferma – non sono riusciti fino ad oggi a sanare questo ruolo, per questo chiediamo una norma transitoria che ci permetta di avere quanto ci è dovuto per quanto fatto negli anni con un lavoro che è sotto gli occhi di tutti per la mancanza di requisiti minimi costituzionali, come malattia ed infortuni, garantiti da una polizza sanitaria privata e che non ci permette di essere all’interno del contratto collettivo nazionale”.
La dottoressa Bernardetta Cibotti ricorda che la categoria rappresenta circa l’80% del totale dei medici di emergenza 118 con contratto in convenzione, che i loro contratti con le Asl sono a tempo indeterminato, tuttavia – a differenza dei medici dipendenti, con i quali condividono doveri ma non diritti, – non prevedono né malattia, né tredicesima mensilità, possibilità di ricorrere all’aspettativa. La dottoressa è tra coloro che sollecitano la possibilità per i medici convenzionati di accedere agli stessi diritti dei dipendenti, comprese le possibilità di carriera. Una rivendicazione che emerge anche dal testo della lettera inviata dai medici convenzionati del 118 della Regione Abruzzo agli Ordini Professionali dei Medici Chirurghi delle quattro provincie. A loro viene richiesto espressamente di prendere posizione riguardo alla situazione contrattuale dei medici soccorritori convenzionati.
Questo il testo integrale della lettera:
“Noi riteniamo che l’attuale contratto (ACN) cui siamo legati, appaia ormai DECONTESTUALIZZATO rispetto ai nostri compiti e agli accresciuti bisogni di un soccorso territoriale, che chiede sempre più interventi qualificati e non limitati al semplice “carica e vai!”. Un soccorso profondamente mutato rispetto agli anni precedenti, che ha visto una sempre maggiore integrazione con l’ospedale. Ne è un esempio il trasporto dei pazienti con patologie tempo dipendente (es. STEMI, ICTUS) verso l’ospedale più adatto (Hub) e non quello più vicino (Spoke), e non solo da territorio ad ospedale, ma anche da ospedale ad ospedale.
Un contratto di lavoro, che NON ci riconosce il diritto alla malattia e all’infortunio, perché regolamentati da polizze assicurative private che liquidano le competenze al termine della malattia, lasciandoci scoperti per tutta la sua durata. È evidente quindi come tutto ciò renda obsoleta la nostra condizione di Medici Convenzionati, poiché ci ingabbia dentro il livello basico di Medico Soccorritore, precludendo così le nostre legittime istanze di avanzamento di carriera e di ulteriore integrazione nel DEA, presso cui siamo certi di poter esprimere pienamente la nostra utilità. Queste opportunità, negate a noi Convenzionati, sono al contrario concesse al medico Dipendente.
Crediamo di avere nel tempo realizzato una tale esperienza da avvertire ormai l’esigenza di emanciparci dalla pura e semplice assistenza primaria e dalla continuità assistenziale, in quanto è evidente come i compiti, gli obblighi contrattuali e le modalità di svolgimento del servizio sono divenute oggi completamente diverse. La domanda a cui tutti noi vorremmo avere risposta è: perché noi Medici Convenzionati, pur operando nelle stesse difficili condizioni, siamo privati dei diritti di cui invece godono i nostri colleghi Dipendenti? Il lavoro e l’esposizione al contagio sono gli stessi e allora perché non riconoscerci pari diritti, permettendoci la transizione verso una nuova e più equa condizione di Dipendenti ASL? Ad avvalorare ancor di più la nostra richiesta le ricordiamo che tempi addietro, attraverso l’applicazione della Dlg. 502 del 1992, molti nostri colleghi sono passati dalla condizione di
Medici Convenzionati a quella di Dipendenti ASL. Se a Lei ci siamo rivolti, forti dei nostri diritti ed interessi da tutelare, ed abbiamo scritto questa lettera è anche perché tra i compiti degli ordini professionali c’è quello di dirimere le controversie tra il Sistema Sanitario Nazionale e le categorie professionali.
Le chiediamo quindi, signor Presidente, un segnale forte che fughi ogni dubbio sulla posizione del NOSTRO ordine riguardo ai percorsi presenti o futuri da seguire per realizzare la nostra aspirazione circa la dirigenza medica, attraverso il transito alla dipendenza nella rete del DEA. Le chiediamo inoltre un incontro, anche in webinar, al fine di rendere ancor più chiare le criticità.
Cordiali saluti,
I Medici 118 Convenzionati della Regione Abruzzo”
IL SERVIZIO DEL TG8:
https://www.youtube.com/watch?v=7zIndRTzpIU