È in corso a Chieti il processo per l’omicidio di Walter Albi. Questa mattina il super testimone Luca Cavallito non ha avuto dubbi nell’affermare: “E’ stato Cosimo Nobile!”
Stamane si è tornati in aula, in Corte d’Assise, dopo la pausa estiva, per il processo sull’agguato avvenuto in un bar nei pressi della Strada Parco di Pescara il 1° agosto 2022, in cui perse la vita l’architetto Walter Albi e rimase gravemente ferito l’ex calciatore Luca Cavallito. Ed è proprio lui il protagonista dell’udienza odierna. Dopo una lunga e complicata degenza in ospedale, e dopo aver subito diversi interventi chirurgici, Cavallito si è messo subito a disposizione degli inquirenti per fare chiarezza su quanto accaduto in quel tragico pomeriggio d’estate.
Nessuna incertezza, nessun tentennamento da parte di Luca Cavallito, il superteste al processo in Corte d’Assise a Chieti per l’agguato sulla Strada Parco a Pescara del primo agosto del 2022, nel quale lui stesso rimase gravemente ferito e nel quale venne ucciso l’architetto pescarese Walter Albi. Dal primo interrogatorio del 13 agosto, subito dopo essere uscito dal coma, alla deposizione di questa mattina davanti ai giurati presieduti da Guido Campli, ha sostenuto senza alcun dubbio che a sparare fu Cosimo Nobile. Una certezza dovuta non solo dal riconoscimento della voce, quando, prima di esplodere l’ultimo degli otto colpi avrebbe detto – ‘questo è per i vostri amici e per te cosi vi imparate a farvi i fatti vostri’ – ma anche dal taglio degli occhi sotto il casco integrale.
L’ex calciatore pescarese ha ripercorso nei minimi dettagli tutta la complessa vicenda. Con Ursino erano in corso alcuni affari che stentavano a decollare. Per quanto riguarda Cavallito, sarebbe stato emissario di un grosso carico di cocaina dall’Ecuador, 300 chilogrammi in tutto, tra personaggi albanesi e Ursino il quale avrebbe pagato oltre 500 mila euro per il loro acquisto. Un primo carico di 150 chili, ad avvenuto pagamento, era atteso prima a Gioia Tauro, poi a Fiume, ma in realtà non sarebbe mai arrivato. Per quanto riguarda il coinvolgimento di Walter Albi, era una vecchia conoscenza di Cavallito e sarebbe stato lui stesso a presentarlo ad Ursino al Porto Turistico.
In quel periodo Albi era vittima, a sua insaputa, di una truffa, non faceva che versare denaro ad una fantomatica società di brokeraggio a Londra, diretta da un personaggio calabrese, con la promessa di un cospicuo finanziamento, mai arrivato. Una condizione di sudditanza e frustrazione che l’avrebbe portato a chiedere soldi a chiunque, anche a Ursino che a più riprese gli avrebbe prestato complessivamente 9.000 euro, in cambio, però di alcuni favori, il più importante di tutti una traversata transoceanica a bordo di un catamarano che Albi, sosteneva, di saper guidare, per portare delle persone con problemi giudiziari in Australia. Questa e altre promesse mai mantenute tanto da far indispettire Ursino.
Il ruolo di Nobile e Longo: Longo, a detta di Cavallito, era il riferimento pescarese di Natale Ursino, personaggio legato ad una delle più importanti famiglie della ‘Ndrangheta calabrese, Nobile, invece, conosceva sia Longo che Ursino, aveva grossi debiti con Cavallito per partite di droga vendute senza corrispondergli la sua parte. Era, per questo, inizialmente coinvolto nel traffico dei 300 chili di cocaina dall’Ecuador, così da compensare, con la parte che gli spettava, il debito con Cavallito.
Tre ore di deposizione da parte del superteste Luca Cavallito, dunque, ascoltata in religioso silenzio da due dei tre imputati. Il presunto fiancheggiatore Maurizio Longo e il presunto esecutore Cosimo Nobile. Quest’ultimo però, verso la fine, ha avuto una reazione scomposta alzandosi di scatto urlando e inveendo contro Cavallito e la pubblica accusa.
Nel Tg8 delle ore 14: