Ieri mattina nel carcere di San Donato, a Pescara, un detenuto di origine magrebina ha dato in escandescenza tentando di superare il cancello di primo ingresso, inizialmente strattonando con violenza un assistente capo coordinatore e successivamente sferrando 2 pugni in pieno volto a un altro agente di polizia penitenziaria.
Tempestivo l’intervento dei colleghi presenti, che hanno bloccato l’uomo affinché la situazione non degenerasse. Gli agenti coinvolti si sono recati in ospedale, dove sono stati loro riscontrati traumi per un totale di 23 giorni di prognosi. Nello specifico, il primo poliziotto ha riportato la rottura di una costola e del polso sinistro, con venti giorni di prognosi, mentre il secondo poliziotto ha rimediato una contusione con tre giorni di prognosi. Il segretario provinciale del Sinappe, Giuseppe Di Domizio, commenta così:
“Continua la serie infinita di aggressioni, la sicurezza dei poliziotti è inesistente. Si fanno solo passerelle per apparire sui giornali, ma le soluzioni dove sono? Lo sfollamento quando avverrà? E i diritti dei poliziotti dove sono finiti? Il Sinappe augura ai due poliziotti una pronta guarigione”.
Per il Sinappe, “l’istituto penitenziario di Pescara è allo sbando totale, causa il sovraffollamento della popolazione detenuta oltre la capienza effettiva e la carenza di posti letto presenti nelle camere detentive che in molti casi viene imbastita adattando uffici destinati ai colloqui di vario tipo del personale operante presso l’istituto penitenziario a vere e proprie camere di pernottamento e stanze di detenzione prive di servizi igienici. Una situazione davvero drammatica dove il rapporto sulla gestione quotidiana è di un agente per 80/100 detenuti. nella peggiore dei casi, impossibile da gestire, con eventi di questo genere sempre piu’ frequenti e difficili da controllare per la forte carenza di personale operante all’interno dell’istituto”. Poi il sindacato conclude:
“Auspichiamo un doveroso intervento da parte dei vertici istituzionali affinché si possa ritornare a operare in maniera decente all’interno della struttura pescarese evitando questo tipo di situazioni spiacevoli e soprattutto pericolose per tutto il personale penitenziario”.