Prima la pandemia, poi la guerra, ora la crisi idrica. Sembra non esserci pace per le imprese, colpite ciclicamente da emergenze di varia natura che mutano con l’attualità
A preoccupare in questo momento, oltre all’aumento del costo dell’energia, è l’emergenza idrica che, secondo uno studio di Confartigianato, nel Chietino e nell’Aquilano colpisce 662 artigiani con 1.884 addetti. Non solo siccità, ma anche reti colabrodo tra le cause principali dell’emergenza in corso, con la provincia di Chieti che è maglia nera d’Italia con una dispersione idrica del 71,7%,seguita da Pescara con il 58,9%, L’Aquila con il 50,7% e Teramo con il 28,6%. L’impatto del deficit idrico sulle piccole imprese colpisce soprattutto i settori cosiddetti idroesigenti, come l’estrattivo, il tessile e il farmaceutico, solo per citarne alcuni.
«I numeri parlano chiaro: ci troviamo di fronte a reti colabrodo», dichiara Daniele Giangiulli, direttore di Confartigianato Chieti L’Aquila, per il quale il problema va ricercato in anni di malagestione. «I dati fotografano l’inadeguatezza del sistema idrico abruzzese, che di efficiente ha ben poco, nonostante i costi alti sostenuti da utenti e imprese. I cittadini, gli artigiani e il sistema produttivo abruzzese, al contrario, meritano un sistema idrico efficiente e moderno.»