La Corte d’Appello dell’Aquila ha confermato la condanna a due anni di reclusione nei confronti del pakistano Arslan Faiz, oggi 34enne, ex addetto ad un lavaggio di auto residente a Francavilla al Mare, arrestato a Bari dai carabinieri del Ros il 15 dicembre 2021 su fermo disposto dalla Dda dell’Aquila con l’accusa di istigazione a delinquere aggravato dalle finalità di terrorismo
Il giovane aveva già subito la stessa condanna in primo grado, pena convertita in espulsione. Nelle motivazioni della
sentenza i giudici di secondo grado hanno sottolineato che Faiz ha posto in essere chiare azioni per influenzare tramite Facebook adepti di un gruppo associativo sia in Italia sia in Asia, a commettere atti terroristici con metodiche crudeli.
Le indagini avevano accertato “un rapido ed intenso processo di ‘autoradicalizzazione’ islamica, che aveva assunto
connotazioni estremiste di natura salafita”, e una “continua attività di propaganda apologetica, tramite Facebook,
consistente in post e commenti a favore dei metodi terroristici e delle vittorie delle milizie talebane”.
I giudici hanno bocciato la tesi difensiva dei legali del 34enne secondo i quali il loro assistito avrebbe agito per una
libera manifestazione del suo pensiero e che la sua attività aveva scopi informativi e culturali. Per i legali difensori il
materiale detenuto non era punibile perché si tratta di condivisione di idee integraliste in assenza di propositi di
reato. Nel corso della inchiesta, gli investigatori hanno accertato che Faiz si rivolgeva in lingua urdu ai propri concittadini, sia quelli residenti in Italia che in Pakistan, “tentando di influenzarli in senso radicale, pubblicando immagini elogiative dei talebani, e in particolare dell’organizzazione terroristica Tehrik-i-Taliban Pakistan”.