Il Patto per l’Abruzzo si schiera contro la “Legge mancia”

Una denuncia politica circostanziata quella illustrata stamani a Pescara dagli esponenti regionali del Patto per l’Abruzzo

Il dito è puntato contro un provvedimento di fine legislatura definito “Legge mancia” che ha elargito denaro a pioggia per meri fini elettorali, senza peraltro avere una copertura economica certa. Un metodo che penalizza la trasparenza e l’imparzialità. Ecco cosa hanno dichiarato i consiglieri regionali di opposizione:

“L’Abruzzo che vogliamo è una Regione in cui i fondi pubblici siano utilizzati al fine di migliorare i servizi sul territorio e la vita di chi lo abita. Non c’è spazio per azioni diverse, poiché le casse della Regione Abruzzo non sono a uso e consumo dei governi di turno, ma appartengono a tutti i cittadini che contribuiscono, anche attraverso il pagamento delle tasse, alla stabilità della comunità. Il 28 dicembre 2023 il Consiglio regionale ha approvato una legge cosiddetta omnibus, ovvero con contenuto eterogeneo e plurimo; all’interno di tale legge troviamo, tra l’altro, disposizioni volte a elargire contributi a circa 2.300 associazioni, enti, istituzioni, senza che siano stati preventivamente individuati i criteri per determinare e/o giustificare l’inserimento di quelle specifiche associazioni, enti, istituzioni, nel provvedimento di legge. Abbiamo chiamato questa legge (ma anche le successive integrazioni e modifiche) legge mancia. Tale legge mancia (ovvero, letteralmente, legge che costituisce un’elargizione di denaro effettuata per ottenere presumibili vantaggi o come segno di benevolenza) è finanziata, dice il testo, con presunte “maggiori entrate”. Sul punto l’articolo 81 della Costituzione sancisce con la massima chiarezza che ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte. Il Patto per l’Abruzzo denuncia, quindi, il metodo utilizzato poiché  penalizza la trasparenza e l’imparzialità ed elargisce soldi pubblici per le più disparate realtà: dalla scuola di ballo brasiliano, fino al padel, passando per il karate e per non ben specificati eventi di intrattenimento. Un utilizzo delle competenze legislative della Regione errato, sia perché viola i principi giuridici di generalità e astrattezza, sia perché il metodo di assegnazione attribuisce fondi pubblici in assenza di bandi che stabiliscano i criteri di selezione e che riconoscano il valore e l’utilità sociale delle attività che vengono finanziate. Vogliamo, quindi, riportare l’attività legislativa della regione sui giusti binari”.