“Più diritti, meno barriere”, parte dalla Cgil di Pescara un’iniziativa unica nel suo genere in Abruzzo: un ufficio per le politiche sulla disabilità, con sede nel capoluogo adriatico e a Montesilvano
La rivoluzione dei diritti parte dalla Cgil di Pescara. E’ stata inaugurata nella sede centrale della Camera del Lavoro Territoriale, di via Benedetto Croce a Pescara , l’ufficio per le politiche sulla disabilità che avrà un’ulteriore sede anche nella Cgil di Montesilvano.
Uno spazio per l’ascolto, l’accoglienza e l’assistenza per favorire l’inclusione e le parità di opportunità a tutti i cittadini con disabilità, alle loro famiglie, ad operatori sociali e a tutti coloro che lavorano nel campo della disabilità.
L’inaugurazione dell’ufficio è stata preceduta da un’esperienza aperta a tutti. E’ stata offerta la possibilità di sperimentare un breve percorso, seduti in carrozzina, in modo da poter interiorizzare il concetto di barriera architettonica e di accessibilità universale, toccando con mano le difficoltà che le persone con disabilità incontrano quotidianamente. Nonché la possibilità di sperimentare come le differenze di percezione incidano sullo sviluppo delle diverse abilità, stili di pensiero e comunicazione e di come molte difficoltà possano essere causate prettamente da fattori ambientali.
L’ufficio di Pescara (nella sede Cgil di via Benedetto Croce 108) sarà operativo il mercoledì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30, l’ufficio di Montesilvano (nella sede Cgil in via San Pietro, 3), sarà operativo il venerdì dalle 15.30 alle 18.30. Info 335 309 534, si riceve per appuntamento scrivendo via whatsapp allo stesso numero, oppure mandando una mail a c.ferrante@cgilabruzzomolise.it
“La disabilità non è una malattia – dice il disability manager dell’ufficio Cgil politiche per la disabilità Claudio Ferrante – ma la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, fattori personali e fattori ambientali. E’ il prodotto, dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società sulla base di uguaglianze con gli altri. La legge 18 del 2009 che ha ratificato la convenzione dell’ONU ha aperto un nuovo scenario di riferimento legale, sociale, culturale e politico. Da quella data le persone con disabilità non devono più domandare il riconoscimento dei loro diritti, bensì devono richiedere la loro applicazione ed implementazione, sulla base del rispetto dei loro diritti umani. E’ una trasformazione culturale e politica profonda: si è passati, infatti, dal riconoscimento dei bisogni al riconoscimento dei diritti umani”.