Il nuovo storytelling del giornalista pescarese Fabrizio Santamaita, intitolato “L’abruzzese che affrontò le B.R. – Storia di un eroe dimenticato”, ruota proprio intorno alla figura del militare vestino: Giovanni D’Alfonso
Il 5 giugno 1975 in una cascina di campagna situata ad Arzello di Melazzo (Alessandria) vi fu un violentissimo conflitto a fuoco tra due membri delle Brigate Rosse e quattro carabinieri, uno dei quali originario di Penne.
L’appuntamento è per giovedì 10 novembre alle ore 21.30 all’auditorium Petruzzi, in via delle Caserme 60 a Pescara, nell’ambito del FLA-Festival di letterature ed altre cose (ingresso libero).
Erano gli anni di piombo, tempi in cui lo Stato faticava ad arginare la furia del terrorismo di matrice politica. Le Brigate Rosse erano il gruppo meglio organizzato della galassia estremista, e per autofinanziarsi avevano progettato il rapimento di un noto industriale piemontese: Vittorio Vallarino Gancia, titolare dell’omonimo marchio di spumanti. Tutto sembrava procedere secondo i piani dei sequestratori ma una pattuglia dei carabinieri è arrivata casualmente nel covo in cui Gancia era tenuto prigioniero. Il resto è storia, tragedia ed eroismo. La vicenda ha diverse sottotrame e presenta ancora oggi dei lati oscuri, sui quali la magistratura è tornata a indagare proprio in questi giorni interrogando alcuni ex brigatisti.
La narrazione dura 50 minuti, è stata ispirata dalla lettura del libro “Brigate Rosse. L’invisibile” ed è corredata da rari documenti d’epoca, tra i quali spiccano tre disegni fatti da un misterioso membro delle B.R. per ricostruire graficamente lo svolgersi della sparatoria.