Giancarlo Odoardi, esponente dell’Associazione FIAB Pescarabici, in una nota denuncia la grave situazione che quotidianamente si trovano ad affrontare i pedoni in transito lungo lo svincolo della circonvallazione sud a San Silvestro spiaggia
“Il tratto finale, lato sud, della circonvallazione di Pescara verrà presto demolito e al suo posto realizzata una nuova viabilità. Così almeno è stato più volte annunciato, anche con tanto di banner pubblicitario e conferenza stampa”. Si legge nella nota di Odoardi.
“Nel considerare questo svincolo da sempre un enorme detrattore ambientale, soprattutto percettivo, ritengo ancora non sufficientemente nota e condivisa la soluzione progettuale predisposta, se quella di cui alla grafica riportata sullo striscione informativo dell’opera o altro. Faccio in particolare cenno al segmento stradale che scavalca Fosso Vallelunga, in concomitanza con gli attuali ingresso e uscita della circonvallazione.
Per quanto possa intuire, rimane sempre un grande assente nella logica di impostazione di certe infrastrutture: chi si sposta a piedi, infatti, ma anche in bici o con mezzi di supporto alla disabililità, non viene mai preso in considerazione in certi attraversamenti che, seppur urbani, diventano, per come impostati, di fatto impraticabili se non con un’auto.
Da oltre 30 anni, da quando cioè è stato realizzato lo svincolo, non è mai stato previsto un camminamento protetto per l’utenza vulnerabile. Come è stata possibile una simile dimenticanza? Né tanto più considerato un intervento correttivo”?
Ho segnalato diverse volte, all’Amministrazione comunale, la grande criticità del tratto riportato nella presente nota, senza mai aver avuto alcun riscontro. Con le immagini allegate voglio denunciare in maniera ferma questa condizione di subordinazione del concetto di strada ad uso esclusivamente automobilistico, che non garantisce in nessun modo, soprattutto sicuro, il transito alle altre utenze, compresi i ciclisti. Una riqualificazione viaria moderna e intelligente di questi luoghi, con la prossimità di una grande area verde e popolosi insediamenti urbani, dovrebbe prevedere un approccio progettuale più accorto, capace di riequilibrare la distribuzione funzionale degli spazi, in relazione al territorio attraversato e alle realtà che si mettono in collegamento. Magari l’adozione di procedure di partecipazione, che consentissero di tener conto anche dell’opinione dei cittadini, tutti, aiuterebbe a fare sicuramente meglio di quanto si riesca a elaborare in un isolato ufficio di progettazione”.