“Mai avrei immaginato che il sempre fruttuoso Antonio Sorgi arrivasse a scomodare l’aggettivo ideale per cercare il direttore generale dell’aeroporto d’Abruzzo”: così Luciano D’Alfonso in una dichiarazione, scritta, intitolata “Non basta la filosofia per la salvezza dell’aeroporto”
“In proposito egli scrive, nella sua missiva alla Saga del 23 agosto scorso, di “procedere tramite incarico da conferirsi a Società specializzata in ricerca e selezione del personale e/o in head hunting, al fine di individuare la figura ideale fra i profili più qualificati”. Come mai solo oggi pone questa rivoluzionaria esigenza, dopo che sono 13 mesi che si cerca la figura del dg? Si può dire che Gatti non fosse ideale? Esistono due procedure contrapposte: il bando pubblico, oppure quella che prefigura una società di cacciatori di teste ideali. Perché Sorgi ad agosto 2023, in scadenza di legislatura, tira in ballo l’idealità di un dg che probabilmente potrebbe significare due figure al posto di una? Servono forse due direttori generali per pacificare il conflittualissimo cda della Saga? Consiglio a Sorgi di farsi aiutare da Dolfi per scegliere un dg che lavori e che garantisca i requisiti del contratto Saga-Enac-Ministero dei trasporti. Avevo proposto come via di uscita una terza ipotesi: fare scegliere il dg a Sarni (attraverso l’istituto dell’autogrill) perché so che ogni volta nel consiglio di amministrazione di Saga va in onda il Vietnam. Cosa c’è da litigare davanti a un aeroporto che è in affanno? La letterina di Sorgi, che conosce ben altri atti della Pubblica amministrazione, a chi deve parlare? Si può considerare atto tipico della P.A. una letterina che ha bisogno di finire sulla stampa e di riempirsi con la dicitura “direttore generale candidato ideale”? Spero che non venga cercato né presso Pomilio Blumm né presso la Mirus e neanche presso Europa Prossima. E’ possibile che Saga venga lasciata in pace nella scelta del suo dg? Nell’antica Atene facevano a estrazione. Qui, fate in modo che nasca un direttore generale, magari anche non ideale, purché sappia fare il suo lavoro”.