Il Consigliere Regionale del Pd Antonio Blasioli, ed i rappresentanti dei Gruppi consiliari Pd, Sclocco Sindaco e Città Aperta al Comune di Pescara, sono intervenuti stamani in una conferenza stampa per fare il punto sui lavori di riqualificazione dell’area ex Fea
“L’ex Fea sul Lungomare Matteotti è il segno tangibile del disinteresse della Giunta regionale di centrodestra nei confronti della città di Pescara. È possibile lasciare all’abbandono uno spazio così sul lungomare di Pescara? Loro ci sono riusciti e quando manca ormai un anno alla fine di questa consiliatura regionale dobbiamo registrare l’ennesimo fallimento della Giunta Marsilio e il silenzio assordante dei consiglieri regionali di Pescara e del Sindaco della città.
Questo spazio di ben 4mila 500 metri quadrati costituiva lo storico terminale della stazione Ferroviaria Elettrica Adriatica che, dal litorale adriatico, si inoltrava sino a Penne passando per Montesilvano e Loreto Aprutino, con piccole stazioni e punti di raccolta dei pendolari. Il complesso edilizio degli anni ’30 (che va assolutamente conservato), a seguito della dismissione della ferrovia nel 1963, è stato utilizzato come deposito tecnico degli autobus di linea urbani. Di fatto lo stato di di abbandono ha cominciato a materializzarsi negli anni ’90, con la dismissione totale, divenendo l’ennesimo spazio di risulta, un ricettacolo di malintenzionati. Fu proprio l’allora assessore comunale Blasioli ad adibirlo a parcheggio, per circa 70 posti, nel 2009, al fine di concedere una boccata d’ossigeno ai residenti e a chi si recava al mare. Poi la Giunta a guida D’Alfonso iniziò a considerare un bando per la riqualificazione. Questi furono i provvedimenti adottati dal centrosinistra quando era al governo di Comune e Regione.
Sono trascorsi 4 anni dall’aggiudicazione del bando per la valorizzazione turistica del complesso ex Fea, 2 anni da quando la società assegnataria ha preso in consegna il cantiere, pregiudicando la fruibilità del parcheggio, e 20 mesi invece dalla comunicazione agli organi competenti della presenza nel sito di sostanze inquinanti oltre i valori consentiti dalla legge. Da allora l’unica azione intrapresa sono stati i lavori di messa in sicurezza mediante il barrieramento idraulico, interventi eseguiti dalla stessa società concessionaria malgrado non fosse minimamente responsabile per l’inquinamento, mentre nessun provvedimento sulla bonifica è stato adottato dalla Regione Abruzzo, impedendo di fatto la riqualificazione dell’area. Per questo motivo lo scorso ottobre 2022 abbiamo interrogato la Giunta Regionale con una specifica interpellanza consiliare, ricevendo però in cambio dall’Assessore all’ambiente della Giunta Marsilio risposte scontate che confermano l’inattività della Regione e ci inducono a temere che quell’area possa restare così ancora per anni.
Dal successivo accesso agli atti presso gli uffici regionali è emersa una situazione ancora più paradossale, di cui vi daremo conto nella conferenza di questa mattina, organizzata assieme ai consiglieri comunali dei gruppi di centrosinistra. Ricostruiamo la vicenda attraverso un breve excursus. Il progetto originario (datato 2018) della società concessionaria, la soc. coop. Consorzio fra Costruttori, vincitrice del bando per la valorizzazione dell’area indetto dal precedente Governo regionale di centrosinistra, si snodava attraverso tre assi tematici: il recupero della vecchia stazione e della piccola rimessa (nel rispetto delle proprie caratteristiche architettoniche) da destinare a incubatore culturale, la realizzazione di una piazza nell’area ultimamente adibita a parcheggio e di un distretto del gusto per la somministrazione di eccellenze enogastronomiche. Due anni dopo (2020) l’impresa ha presentato la richiesta di permesso a costruire in deroga, con una serie di modifiche progettuali, sintetizzabili in un museo e in un giardino tematico. Il Consiglio comunale ha approvato la variante progettuale nel febbraio 2021.
Il 3 marzo 2021, a seguito delle analisi ambientali disposte dalla società Immotrading – nel frattempo divenuta coaffidataria insieme alla società SII srl della realizzazione delle opere – e propedeutiche all’avvio dei lavori, è emersa la potenziale contaminazione del sito industriale dismesso ai sensi degli artt. 245 e 249 del D.lgs 152/2006, noto come Testo Unico Ambiente. Accertati il superamento nelle acque di falda delle CSC (Concentrazioni Soglia di Contaminazione) per quanto riguarda il cloruro di vinile (sostanza cancerogena presente negli idrocarburi) e la presenza di alcuni serbatoi sotterranei, la nuova società Fea srl, subentrata come concessionaria a CFC e Immotrading, è stata invitata dall’Arta ad attuare le opere di messa in sicurezza, articolate in un intervento di barrieramento idraulico e nella rimozione delle cisterne interrate.
Successivamente la Fea srl ha approntato un piano di caratterizzazione ambientale finalizzato al risanamento dell’area, che è stato poi sottoposto al vaglio di una Conferenza di servizi convocata dal Servizio Geologia, Siti contaminati, Vas e Beni ambientali del Comune di Pescara, che ha visto la partecipazione dei soggetti pubblici coinvolti. In tale sede, come si evince dal verbale, la società ha ribadito come, a distanza di due anni dalla consegna del sito, non avesse ancora la facoltà di avviare i lavori di riqualificazione nonostante l’esborso di circa €. 200.000,00 per indagini ambientali e opere di messa in sicurezza. Reclamando – anche in virtù dell’ulteriore aggravio economico seguito all’implementazione del piano di caratterizzazione – il rimborso delle spese sostenute e una proroga di due anni per la conclusione dei lavori, motivata sia dal Covid che dell’inquinamento rinvenuto.
Richieste che hanno dato avvio ad un poco edificante rimpallo di responsabilità tra enti e uffici regionali. La Regione, proprietaria dell’area, ha risposto in un primo tempo tramite il Servizio Patrimonio, che ha subito demandato ogni responsabilità al Servizio Infrastrutture (ritenendolo competente del rapporto di concessione in virtù dell’appartenenza passata dell’area alla Gestione Governativa). A risolvere – o a complicare ulteriormente la questione – è intervenuta, lo scorso agosto, una Delibera di Giunta Regionale, che ha stabilito e distinto le competenze: la gestione del contratto di concessione al Servizio Beni e Attività Culturali, la nuda proprietà al Servizio Patrimonio. A testimonianza di un continuo rimpallo di competenze tra gli uffici regionali che fa sì che una risposta non giunga mai, e a conferma dell’evidente disinteresse di politica regionale e comunale”.
“Nel corso di questi anni abbiamo presentato in Regione risoluzioni, interpellanze, conferenze stampa, lettere, accessi agli atti ma non è cambiato nulla”. Si legge ancora nel comunicato. “In tutto ciò non abbiamo notizie sull’avvio da parte della Provincia di Pescara del procedimento d’individuazione del soggetto inquinatore, che con ogni probabilità corrisponde proprio alla Regione, in virtù di una partecipazione totalitaria in TUA che è subentrata alla GTM, erede a sua volta della vecchia FEA. Possibile che debbano trascorrere anni per appurare che la vecchia Fea sia responsabile della contaminazione? Possibile che quell’area, che da bando avrebbe dovuto essere ristrutturata entro 4 anni dalla sottoscrizione del contratto tra la Regione e il Concessionario, debba invece ancora essere bonificata, nonostante la presenza di un potenziale rischio sanitario – evidenziato dalla Dott.ssa Stella della Asl di Pescara – che potrebbe estendersi all’esterno del sito. Un fallimento su tutta la linea che dimostra come in questa consiliatura non siano neanche riusciti a dare avvio ai lavori.
In uno sprint di dignità chiediamo alla Regione almeno di individuare un percorso che possa far ripartire l’intervento di riqualificazione. Mentre al Sindaco Masci di cui ricordiamo il trionfale annuncio: “È un altro passaggio importante per una città che si candida a essere un polo culturale e non solo realtà vocata al turismo e ai servizi. La posizione privilegiata dell’ex Fea, sul lungomare nord di Pescara, fa sì che l’area sia destinata ad essere meta preziosa e privilegiata per gli amanti dell’arte e del bello a due passi da mare, che è l’elemento naturale in cui la nostra comunità si riconosce”. Il Sindaco di Pescara, Carlo Masci, preannuncia con queste parole la nascita di un complesso museale lì dove un tempo vi era la stazione ferroviaria; una struttura da troppo tempo abbandonata a sé stessa tanto da essere luogo di ritrovo di senza-tetto e sbandati” chiediamo di farsi valere e di battersi per Pescara, e di cercare, se la bonifica non dovesse partire questa estate, almeno di ripristinare il parcheggio per i tre mesi estivi e compatibilmente con la bonifica da fare”.