“Questa è una manovra che ha deciso di colpire i poveri anziché contrastare la povertà”. Lo ha detto questa sera a Pescara, Elly Schlein, a margine di un incontro per la presentazione della sua candidatura alla segreteria del Partito Democratico
“La sinistra – ha aggiunto – è quella che si batte invece a difesa degli ultimi, di chi si è impoverito in questa crisi, di chi rischia di rimanere ai margini della democrazia perché nell’astensionismo visto il 25 settembre c’è dentro un altro dato, cioè che la maggioranza delle persone che rinunciano a votare sono le persone con i redditi più bassi. Questo grande percorso di partecipazione che stiamo facendo in giro per il paese serve anche a cercare di riallacciare il filo dell’ascolto con quelle persone che sono rimaste più indietro”.
“La candidatura di Bonaccini è assolutamente legittima e anzi sono contenta che sia in campo anche Stefano Bonaccini con cui abbiamo condiviso una esperienza di governo importante in un momento difficilissimo per la comunità che è stato quello della pandemia. Sono felice e stimo tutte le altre candidature come quella di Gianni Cuperlo e di Paola De Micheli”.
“Il Pd è l’unico partito che dopo una sconfitta, perché non abbiamo perso soltanto noi – ha sottolineato – ha voluto aprire con generosità un confronto che permette a moltissime persone di partecipare in tutta Italia. Le stiamo incontrando, ci stiamo rimettendo in discussione e stiamo cercando di capire come recuperare la fiducia delle persone, perché è chiaro che se non abbiamo chiaro chi vogliamo rappresentare oppure se vogliamo convincere di essere in grado di essere tutto e il contrario di tutto, va a finire che poi non rappresenti più nessuno. Oggi è il momento di usare questo congresso per scegliere una linea politica chiara, una identità politica comprensibile. Quella che proponiamo noi – ha spiegato – è una nuova sinistra che affronti i problemi di questo nuovo tempo che sono particolarmente complessi, ma che sia insieme anche ecologista e dico di più anche femminista. Ne abbiamo bisogno quando al Governo c’è una prima presidente del Consiglio donna che, anziché aiutare tutte le altre donne, le colpisce sulle pensioni e le discrimina a seconda del numero dei figli. Se Giorgia Meloni vuole davvero aiutare le donne di questo Paese, potrebbe fare come hanno fatto in Spagna: un congedo paritario pienamente retribuito di tre mesi e non trasferibile, perché quella sì che è una misura che aiuta le donne e, soprattutto, aiuta l’occupazione femminile”.