Pescara: lavori al Mediamuseum? La Fondazione Tiboni lo viene a sapere dalla stampa

“La Fondazione Tiboni ha appreso soltanto dagli organi di stampa che sono stati affidati i lavori di riqualificazione del Mediamuseum- Museo del Cinema e della antistante piazza Alessandrini. Il Comune non ha inviato alcuna comunicazione alla Fondazione (eppure esiste un contratto d’uso) e non ne ha nemmeno condiviso il progetto, eccetto per un disegno da Masha e Orso che viene mostrato da mesi”

Così Carla Tiboni Presidente Fondazione Tiboni.  “Ancora un atteggiamento che sembra più divisivo che collaborativo, che finalmente chiarisce i rapporti tra Fondazione e Comune di Pescara. L’intervento più importante riguarderà la piazza, stravolta nell’originale progetto del grande arch. Eugenio Montuori (per intenderci colui che progetto’ la Stazione Termini, tra gli altri), perché pone al centro della piazza un obelisco cui nessuno ha mai dato granché importanza e che impedisci la vocazione aggregativa della piazza stessa. Poteva essere trovata una collocazione diversa per l’obelisco, ma la Soprintendenza ha detto no, quindi non si può’ discutere (ma questo chi lo dice)?”.

“Passando al Mediamuseum la riqualificazione sarà, invece, di natura prettamente strutturale, si legge sempre dalle notizie di stampa; quindi si deve supporre che la facciata con sembianze da “centro sociale”, resterà tale.  Ovviamente la Fondazione continua a versare un canone di 2.000,00 euro mensili (canone predisposto dalla precedente giunta e conservato da quella attuale, anche durante la pandemia), a fronte di una parziale inutilizzabilità resa nota: una parte del museo e’ chiusa al pubblico per esistenza delle barriere architettoniche, i servizi igienici sono fatiscenti e funziona adeguatamente un solo bagno.  La Fondazione aveva già programmato gli eventi autunnali, tra cui la rappresentazione delle opere teatrali di Flaiano e tanta didattica cinematografica per le scuole. A questo punto cosa accadrà ? Affiggiamo il cartello: “ chiuso per lavori in corso” ? Sarebbe stata sufficiente una semplice condivisione con una mail magari. Il silenzio del Comune è stato assordante”.

Barbara Orsini: