E’ il giorno delle sentenze, a Pescara, per il processo “Grandi Eventi”. Sei le condanne: 4 anni e 8 mesi per Cuzzi; 4 anni e 4 mesi per Di Pietrantonio e Di Carlo; 4 anni per Summa, 4 anni e 2 mesi per Cipolla; 2 anni, pena sospesa, per Michetti
Sono sei le condanne per il processo “Grandi Eventi”. Quasi completamente accolte le richieste del pm Luca Sciarretta. Gli imputati erano in tutto 8: per la dipendente Asl Leila Colucci il pm aveva chiesto l’assoluzione, mentre agli altri il giudice Marina Valente ha inflitto pene che vanno dai 2 ai 4 anni. La sentenza è giunta poco dopo le 17.30, dopo una lunga udienza caratterizzata dalla replica “fiume” del pm Luca Sciarretta che, in quasi 3 ore, ha ritenuto di dover puntualizzare su parecchi temi emersi nelle arringhe difensive.
Nel primo pomeriggio le controrepliche prima della lettura del dispositivo del giudice Valente, che ha deciso per la condanna a 4 anni e 8 mesi per l’ex assessore comunale Giacomo Cuzzi; 4 anni e 4 mesi per altri due ex assessori comunali, cioè Moreno Di Pietrantonio e Simona Di Carlo; 4 anni all’imprenditore Cristian Summa; 4 anni e 2 mesi per il promoter musicale Andrea Cipolla e 2 anni (pena sospesa) per il promoter Alessandro Michetti, mentre Gianfranco Berardinelli, collaboratore di Cipolla, è stato assolto perché il fatto non sussiste.
Nella sua replica il pm Luca Sciarretta ha ripercorso punto per punto quelle che sono state le vicende dal 2014 al 2019, per le quali gli imputati si sarebbero resi protagonisti di condotte perseguibili in base a ipotesi di reato che andavano dalla corruzione al finanziamento illecito dei partiti, fino alla turbata libertà degli incanti e turbata libertà nella scelta del contraente. Si sarebbe imposto al Comune di Pescara, per quel che riguarda concerti e spettacoli, una sorta di regime di monopolio con una ventina di eventi affidati tutti a Cipolla o a società a lui legate.
In cambio, l’allora assessore Cuzzi avrebbe avuto dazioni e voti. Un accordo corruttivo anche nel rapporto tra Cristian Summa, Moreno Di Pietrantonio e Simona Di Carlo: anche qui presunte dazioni in cambio di favori.
“Le sentenze non si commentano – ha dichiarato a caldo Massimo Galasso, legale di Giacomo Cuzzi – Posso soltanto dire che ricorreremo certamente in Appello perché non condividiamo questa sentenza”.
Stesso tono per Ugo Di Silvestre, legale di Cristian Summa:
“Siamo curiosi di leggere le motivazioni di una sentenza che non ci convince affatto, aspettiamo 90 giorni e poi imposteremo la strategia per il ricorso in appello”.