Fra gli argomenti del passato che appartengono alla storia della città di Pescara possiamo senz’altro annoverare quello relativo alle marinerie le quali nel 1927, per effetto della istituzione della città di Pescara sorta dalla fusione dei due centri limitrofi divisi dall’omonimo fiume e della sua elevazione a capoluogo di provincia, si unirono in un unico soggetto economico formando così l’attuale marineria di Pescara. Da questo prende spunto un libro dal titolo “La Marineria di Pescara, un viaggio nel tempo con i protagonisti del mare”
Un volume che ricostruisce le origini a partire dall’arrivo a Pescara dei pescatori con le rispettive famiglie dopo la metà del seicento, fino all’immediato secondo dopoguerra, attraverso la genealogia delle antiche famiglie marinare che si sono succedute nel corso dei secoli.
Numerose furono le famiglie di pescatori che si alternarono nel corso dei secoli; e se molte emigrarono in altri litorali, altre invece si estinsero. Al loro posto famiglie contadine locali mutarono la loro condizione lavorativa in quella di pescatore unitamente ad altre famiglie di origine marinara. Costoro costituirono la fondamentale struttura portante della marineria locale presente ancora oggi. Fra i cognomi tradizionali troviamo i Camplone, i Di Giovanni, i Massaccese, i Ciaccio, i Barbetta, i Vianale, i di Girolamo, i Papponetti, i Mazza, i Fanesi, i Romano, gli Spina, i Palestini, i Cipollone, i d’Antonio, gli Sciarra, i Candeloro, i Pennese, i Collini, i D’Ottavio, gli Ammirati, i Terra, i Pagliaro, i Maione, gli Scordella e tanti altri citati nel volume.
Si raccontano inoltre le vicende storiche e le problematiche che i pescatori hanno dovuto affrontare nel tempo: dal rischio di naufragare passando alla violenta carestia fra il 1816 e il 1817: il 1816 è conosciuto come l’anno senza estate poiché la stagione fu caratterizzata da un’ondata di freddo che provocò la distruzione dei raccolti e le conseguenze furono la fame e le malattie.
Altro importante avvenimento fu la prima guerra mondiale che causò la crisi dell’industria della pesca dovuta dalla arruolamento di moltissimi pescatori. Il nostro mare divenne teatro di operazioni belliche da parte degli austriaci con attacchi navali e ripetuti bombardamenti aerei. Molti di loro morirono sui campi di battaglia, altri tornarono feriti e mutilati mentre le paranze dopo alcuni anni di fermo forzato non poterono tornare in mare a causa delle loro cattive condizioni. Un libro da sfogliare e rileggere che termina con la costituzione, nei primi anni trenta del ‘900, della Società Anonima di Produzione e Lavoro denominata Cooperativa “Tito Acerbo” che nel gennaio del 1934 ricevette dal Commissario Prefettizio Arcangelo Cirmeni l’affidamento della gestione del mercato ittico e la costruzione della casa del pescatore dove i pescatori potevano ritrovarsi e trascorrere del tempo, struttura distrutta nel 1943 dai bombardamenti.
Infine vengono tracciati i profili genealogici di ben sessantuno famiglie marinare di Pescara e Castellammare Adriatico arricchite da alberi genealogici. Il volume è ricco di documentazione; un viaggio tra i ricordi e le immagini dei momenti vissuti nel borgo marinaro, le cartoline dei due importanti centri pescherecci di provenienza dei primi pescatori e di San Benedetto del Tronto, del fiume, del porto di Pescara e delle barche da pesca, le immagini della fortezza e le foto di buona parte dei pescatori del ‘900.
A distanza di circa quattro secoli a Pescara vivono ancora due famiglie presenti dalla fine del ‘600 la cui provenienza verrà svelata dall’autore durante la presentazione del volume.