Dopo circa dieci anni dalla Legge Delrio, si torna a parlare delle “vecchie” Province e dell’abrogazione delle norme con cui la riforma le aveva trasformate in enti di secondo livello, eletti da sindaci e consiglieri comunali e non dai cittadini.
Oggi, a Pescara, c’è stato un convegno che ha visto la presenza di diverse forze politiche che hanno trovato un punto di incontro sul tema del ritorno delle Province ad enti di primo livello. «C’è volontà politica della mia maggioranza – ha rimarcato il deputato della lega Bagnai al TG8 – e la questione dei costi non regge se si considera che quando si depotenzia la politica tocca mettere in bilancio anche il costo delle cose fatte male».
Dopo dieci anni dalla Legge Delrio è doveroso guardare al fallimento della riforma. Il punto del presidente emerito della Provincia di Pescara e organizzatore dell’evento che si è tenuto nella sala Figlia di Jorio della Provincia , Antonio Di Marco: «Le tematiche sono le solite, quelle dell’ambiente, della viabilità e dell’edilizia scolastica. Le Province hanno necessità di essere rinvigorite, rese autonome, soprattutto utili al Governo centrale affinché i servizi siano garantiti».
Anche il deputato del PD Luciano D’Alfonso ha rimarcato il fallimento della Legge Delrio stigmatizzandola come ubriacatura riformista e, nel suo intervento ha voluto ribadire che «sarebbe interessante se le Province si occupassero della gestione associata dei servizi. Pensate all’acqua, al gas, all’impiantistica sportiva, a tutto ciò che richiede un ambito territoriale ottimale. Le Province sanno fare questo. Guardiamo la Francia».