Sciopero delle guardie ai fuochi lunedì 7 ottobre

Sciopero delle guardie ai fuochi lunedì 7 ottobre. Filt Cgil: “Non è possibile accettare l’applicazione di questo Ccnl, come si dice in gergo “contratto pirata”, e che per giunta viene utilizzato in appalti di grande rilevanza nelle infrastrutture nazionali”.

“Si arricchisce di un nuovo triste capitolo la storia dei lavoratori di Gsa – Gruppo Servizi Associati, guardie ai fuochi impegnati nella sorveglianza antincendio presso gli ospedali, le elisuperfici, i porti, le stazioni, strade e autostrade (realtà che in Abruzzo interessa più di 150 operatori che presidiano le gallerie delle tratte A14, A24 ed A25), che si vedono negati anche il diritto allo sciopero in seguito alla precettazione da parte dell’azienda come risposta all’azione di protesta che la Filt Cgil ha indetto a livello nazionale nella giornata del 7 ottobre”.

Così in una nota la Filt Cgil, che ha “provato inutilmente a trovare con Gsa un accordo condiviso sui contingenti minimi, non essendo questi indicati dal Ccnl che l’azienda applica visto che quest’ultimo consenta ai lavoratori il solo ricorso allo sciopero virtuale, che in pratica li obbliga a lavorare senza poter neanche parzialmente sospendere il servizio, privandoli anche di un loro diritto sancito dalla Costituzione”.

E’ proprio questo uno dei motivi che hanno spinto il sindacato “a quella che sarà la prima di una serie di azioni atte a contrastare la situazione nella quale versano questi lavoratori. Non è possibile accettare l’applicazione di questo Ccnl, come si dice in gergo “contratto pirata”, e che per giunta viene utilizzato in appalti di grande rilevanza nelle infrastrutture nazionali, che prevede una retribuzione oraria di 6 euro, senza nessun riconoscimento per le prestazioni effettuate in ora notturna, assenza di permessi e turni di lavoro da 12 ore consecutive”.

La Filt Cgil parla di una battaglia “che rilancia anche quella su una legge sulla rappresentanza che permetta l’applicazione erga omnes dei contratti firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, cosi da mettere fine a queste situazioni di reale sfruttamento”.

Massimo Giuliano: