Sede Regione nell’area di risulta, l’Accordo di Programma stravolge il Protocollo d’intesa firmato a settembre: “Dopo i trucchi di magia di Voldemort, stavolta il richiamo è alla celebre vendita della Fontana di Trevi di Totò, malgrado non ci sia nulla di comico”
Il Gruppo regionale del PD e i gruppi consiliari di centrosinistra al Comune di Pescara hanno passato al setaccio l’Accordo di programma sottoscritto il 12 maggio tra il Comune di Pescara e la Regione Abruzzo. “Abbiamo già avuto modo, in varie occasioni, di esporre le ragioni della nostra contrarietà alla realizzazione del Palazzo della Regione all’interno dell’area risulta, pur riconoscendo la necessità che la Nuova Pescara abbia un’unica sede regionale”. Le ricapitoliamo:
- L’ubicazione a nostro giudizio errata, poiché vanifica l’opportunità di riqualificare zone della città più periferiche e degradate, e finirà per determinare un incremento del volume di traffico nel centro città;
- Il progetto pregiudica irrimediabilmente l’auspicabile funzione culturale e aggregativa dell’area, e quindi la sua capacità attrattiva, soprattutto nel fine settimana quando gli uffici istituzionali sono chiusi;
- Riduce il verde e aumenta il consumo di suolo.
“Tuttavia, oggi vogliamo fare un’operazione verità sul percorso che ha portato dal Protocollo di intesa del 20 settembre 2022 all’Accordo di programma stipulato il 12 maggio 2023, un iter tutt’altro che lineare, come invece vorrebbero farci credere, e che vogliamo esaminare nel dettaglio, soffermandoci su alcuni aspetti”. E’ stato detto ancora.
1) In base al punto 8 del protocollo d’intesa, la Regione Abruzzo, in cambio dei 10.000 mq del cd. “Campo” presente nell’area di risulta, avrebbe dovuto: prendere in carico il sito, progettare e realizzare l’immobile e le strutture complementari, finanziare le opere infrastrutturali di viabilità e parcheggi pubblici compensative della disponibilità del sito. L’Accordo di programma, all’Articolo 6.2, ha stravolto le carte in tavola. Nel documento si legge infatti che la Regione “si impegna, nell’ambito della programmazione FSC 2021-2027 ovvero nell’ambito di altre programmazioni utilizzabili a tal fine, al finanziamento delle opere relative al completamento del Progetto del Parco Centrale”. Una stima che inizialmente avrebbe dovuto superare i 35 mln di €.
Tradotto: non ci sono risorse per le opere di compensazione, solo un generico impegno, o meglio, una semplice cambiale. Non c’è infatti alcuna previsione certa delle risorse che la Regione intende utilizzare, né il loro preciso ammontare. E soprattutto sarà una Convenzione, che interverrà dopo la ratifica del Consiglio comunale e il Decreto del Presidente Marsilio, a specificare se e quali opere verranno finanziate. In sostanza, ad oggi verrebbero realizzate con certezza solo le opere già finanziate con i 15.300.000,00 del Masterplan di centrosinistra: bonifica di parte del sito, silos sud di 800/900 posti auto e la porzione di parco finanziata dalla Fondazione Pescara Abruzzo. Mentre resterebbero in sospeso:
– la bonifica della restante parte dell’area di risulta;
– il silos nord (700/850 posti auto);
– la porzione di parco nell’area nord (il Parco Centrale rischia dunque di rimanere incompleto);
– l’interramento della strada antistante la stazione (presente nel precedente progetto di centrosinistra);
– il parcheggio sotterraneo di 400 posti auto;
– il terminal dei bus extra urbani.
2) Il protocollo d’intesa prescriveva che la nuova sede regionale avrebbe dovuto essere dotata di parcheggi pertinenziali in coerenza con le prescrizioni di cui all’art. 41 sexies della L. 1150 del 1942. Leggendo però l’Accordo di programma scopriamo che i parcheggi pertinenziali non sono più contemplati, dal documento scompare ogni riferimento alla Legge Tognoli (forse qualcuno vorrebbe sostenere che per gli enti pubblici non si applica?) e si lascia il campo alla possibilità di “sottrarre” posti auto dal silos che il Comune dovrebbe realizzare sul lato nord dell’area di risulta (circa 700/850 posti), al momento tra l’altro non finanziato. Una volta rinvenute le risorse, il Comune sarà dunque tenuto a riservare circa 300 posti auto ad uso esclusivo della Regione, ridimensionando la quota di parcheggi pubblici a circa 1750 stalli. Un bel paradosso, specie se si considera che proprio sul numero dei parcheggi si era concentrata la principale campagna denigratoria del centrodestra sul progetto del centrosinistra.
3) Risorse per la realizzazione: Quanto all’aspetto economico va specificato che la Regione intende finanziare parte dei costi per la nuova sede con proventi dall’alienazione delle vecchie sedi di Viale Bovio e Via Raffaello, stimati in 8,5 milioni di euro. Tuttavia, con l’Articolo 12 della Legge Regionale 32/2022, la Regione ha previsto che il ricavato della vendita dei due immobili venga utilizzato per “la realizzazione di interventi infrastrutturali nell’area territoriale della Provincia dell’Aquila, da individuarsi con successivi provvedimenti e ciò sino alla concorrenza dell’ammontare di 6 milioni di euro, ovvero dell’eventuale minor valore di realizzo”. Dunque le risorse sono già destinate ad altre opere – ricorderete a questo proposito le rimostranze del consigliere Blasioli in aula e sugli organi di informazione. La legge tra l’altro valuta in 6 milioni (o minor valore) l’ammontare del ricavato, una cifra comunque inferiore agli 8,5 milioni indicati nell’Accordo di programma.
4) Risorse per la progettazione: La Regione quantifica inoltre spese tecniche per 3,7 milioni di euro, necessari per la progettazione e quindi l’avvio di tutto il procedimento. Fondi di cui non si dispone poiché, come già denunciato all’epoca, con il comma 15 dell’Articolo 2 della L.R. 29/2022, a tale scopo sono stati destinati solo 1,9 milioni di euro, spendibili tuttavia per tutti gli immobili regionali, non solo per la sede di Pescara.
5) I tempi: Il protocollo d’intesa al punto 11 individuava come termine per la stipula dell’Accordo di programma il 30 novembre 2022. Ci sono voluti invece quasi 8 mesi (siamo arrivati al 12 maggio 2023) e altro tempo ancora dovrà trascorrere a causa della mancanza di fondi relativi alla progettazione (senza i quali non potrà essere messa a gara) e alla realizzazione di una sede di pregevole fattura, per cui occorreranno molto più dei 49 milioni stimati nel Piano finanziario.
6) Iconicità dell’intervento: Non ci sarà alcuna iconicità dell’intervento e stentiamo a credere che possa essere rispettata l’alta qualità della proposta architettonica. La Regione Abruzzo stima la realizzazione sulla base dei costi necessari per un mq di edilizia residenziale pubblica, indicati nella D.G.R. n. 615/2020, rivalutata ad oggi con indici Istat e aumentata del 20% fino a un importo di € 1862,62/mq. Tuttavia, per un edificio del genere, occorrerebbero almeno € 2500/mq.
7) Pronta nel 2027: È a dir poco improbabile che il cronoprogramma possa essere rispettato. Alla progettazione sono stati destinati 3,7 milioni di euro, che dovranno necessariamente essere reperiti prima di pubblicare il bando (gara europea per via dell’importo), per cui potremo disporre del progetto non prima di due anni, precisamente 500 giorni dopo l’avvio della gara di progettazione, che al momento tuttavia non può essere pubblicata in mancanza dei fondi necessari. Infine seguirà la gara per la realizzazione. Snodi che dimostrano come la sede regionale (nella malaugurata ipotesi in cui non dovessimo riuscire a fermarla) vedrà la luce ben oltre il 2027. Non a caso la somma degli affitti che attualmente la Regione corrisponde su Pescara viene computata solo dal sesto anno, in quanto si renderanno ancora necessari per altri sei anni, e sicuramente anche oltre.
8) Biblioteca: Non ci sarà alcuna biblioteca pubblica, contrariamente a quanto riferito, ma sarà una biblioteca a servizio della sola Giunta regionale.
“Il Comune di Pescara utilizza la procedura di cui all’art. 34 del TUEL (Accordo di programma tra pubbliche amministrazioni), che prevederà un solo passaggio, da perfezionare entro 30 giorni in Consiglio comunale, prima dell’adozione del Decreto del Presidente della Giunta Regionale, che definirà la procedura senza che la città ne sia stata adeguatamente informata. Una scelta dettata non dalla necessità di snellire i tempi – ampiamente disattesi come dimostrano i tempi dilatati per la stipula dell’Accordo di programma -, bensì dalla volontà di nascondere alla città gli aspetti che oggi abbiamo messo in evidenza: il mancato finanziamento delle opere compensative, la riduzione dei parcheggi a disposizione della cittadinanza e la mancanza di fondi per procedere a progettazione e realizzazione”. “La domanda che ci poniamo è: come può un Consiglio comunale ratificare un Accordo di programma che prevede una cambiale? Come può un Consiglio comunale ratificare un Accordo di programma che rimette ad una successiva Convenzione, accettando quindi di essere tagliato fuori, l’indicazione delle opere che verranno finanziate dalla Regione, per le quali non c’è neanche uno stralcio di progettazione che ne determini l’ammontare”?
“Il PD regionale e comunale, assieme alle altre forze di centrosinistra in Consiglio comunale, si prodigheranno con ogni mezzo e in ogni occasione utile per impedire la realizzazione della sede della Regione Abruzzo all’interno del Parco centrale, a partire dal Consiglio comunale che dovrà ratificare questo accordo. Allo stesso tempo continueremo a sostenere, come abbiamo fatto dall’inizio, il ricorso di Italia Nostra per bloccare questa iniziativa scellerata”. E’ stato detto infine.