Sicurezza, a Pescara polizia municipale con le bodycam

Potenziare le condizioni di sicurezza della polizia locale con dotazioni ulteriori e più tecnologiche di quelle base: non solo taser, ma anche bodycam, o videocamere da corpo, per dirla all’italiana

Saranno 22 quelle acquistate dalla polizia municipale di Pescara, come da apposita delibera della polizia municipale, ma nell’ambito di un progetto molto più complesso illustrato dall’assessore comunale Adelchi Sulpizio ai telespettatori di Rete8.

“L’obiettivo generale del progetto è verificare come l’utilizzo di alcol e droga possa influire sull’incidentalità stradale e di favorire il monitoraggio e l’indagine statistica sull’uso di droghe. Tra le misure che, a questo scopo, serviranno a potenziare la polizia locale non ci saranno solo le bodycam, ma anche dei camper dove effettuare test appositi sull’uso di alcol e droghe, pensiamo per esempio a situazioni caotiche nei luoghi della movida”.
Partner del Comune, in collaborazione con la Prefettura, sono la Asl di Pescara con il Laboratorio di Farmacotossicologia dell’ospedale e l’Università d’Annunzio, con i dipartimenti di Medicina e scienze dell’invecchiamento e Farmacia. Il Comune di Pescara ha deciso di acquistare 22 videocamere indossabili, per un importo di circa 25.000 euro. Le bodycam raccolgono audio e immagini delle persone riprese, corredate di data, ora e coordinate geografiche. La consultazione del girato però non è accessibile a tutti, solo a personale autorizzato e solo in caso di necessità di accertamento dei fatti, per esempio a seguito di una denuncia di reato o di disordini. Le immagini diventano fonti di prova utilizzabili in caso di contenzioso. L’obiettivo evidentemente è duplice, da un lato aumentare la protezione individuale degli agenti della Polizia municipale, dall’altro migliorare la sicurezza dei cittadini. Se fossimo negli Stati Uniti potrebbe esserci anche una terza ragione, inversa, a giustificarne l’utilizzo: lì infatti i pestaggi delle forze dell’ordine a danno di cittadini fermati per strada, spesso afroamericani, sono una triste realtà e il girato del terzo occhio serve a mostrare come sono andate realmente le cose (è successo anche recentemente). Per fortuna però siamo in Italia e prima di esibire la telecamera indossabile ci facciamo delle domande. Quando e come utilizzarla? Dove vanno a finire i dati? Chi avrà accesso alla consultazione? Qual è in definitiva il confine imposto dalla privacy individuale che ci viene garantita per legge? Quesiti essenziali ai quali dà risposta una precisa autorità garante, prima ancora che la bodycam venga appuntata sul petto degli agenti.