Una “Catena Umana” contro l’orrore della guerra in Palestina e nel Libano

Stamane un silente messaggio di orrore e una richiesta di pace sono stati simbolicamente lanciati dal Ponte del Mare a Pescara. Tutti vestiti di nero, con le mani colorate di rosso, una catena umana simbolo del lutto per le vittime innocenti della guerra in Palestina e Libano.

AGGIORNAMENTO ORE 14- Quasi 300 persone hanno manifestato a Pescara per una richiesta di pace lanciata dal Ponte del Mare dove si è snodata una Catena Umana con l’appello ‘Fermatevi! Giù le mani dalla Palestina e dal Libano – Basta Guerra, Cessate il Fuoco’. Vestiti di nero, con le mani colorate di rosso, simbolo del lutto per le vittime innocenti della guerra in Palestina e Libano, i promotori della manifestazione. C’era il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, insieme alla Cgil, a oltre 40 associazioni e organizzazioni del territorio e all’artista Jorg Grünert dell’associazione Deposito Dei Segni. Dopo circa 45 minuti trascorsi sul Ponte del mare la ‘catena’ è stata protagonista di un fuori programma sulla spiaggia dove i manifestanti, alcuni con bambini e cani al seguito, hanno sfilato in silenzio continuando a sventolare bandiere della Palestina e del Libano.

L’iniziativa, promossa da Cam Lecce e Jorg Grünert dell’associazione Deposito dei Segni, ha visto la partecipazione di oltre 40 associazioni del territorio, tra cui la Cgil di Pescara. La “Catena Umana: Fermatevi! Giù le mani dalla Palestina e dal Libano – Basta Guerra, Cessate il Fuoco – in solidarietà con le popolazioni civili di Gaza, West Bank, Libano” è stata una testimonianza per opporsi “a una politica di morte, all’orrore disumano dei bombardamenti sulle popolazioni, agli ordini di sfollamento di bambini, donne, anziani, uomini, famiglie, animali”, si legge in una nota.

“In atto una perfida perfida strategia di distruzione di case, ospedali, luoghi di culto, luoghi di cultura, scuole, università, luoghi della salute. Azioni macabre per far perire le persone per mancanza di acqua, cibo, medicine. Una distruzione catastrofica per una terra. Diciamo no al terrorismo israeliano, fermiamo la guerra, fermiamo il genocidio, restiamo umani”.

La catena umana in solidarietà con le popolazioni civili della Palestina e del Libano ha avuto l’obiettivo di “chiedere l’immediato cessate il fuoco e stop di ogni guerra in un territorio martoriato ormai da troppo tempo”, prefigurandosi come “un’azione di protesta civile non violenta per dare, anche noi sul nostro territorio, un segnale di rifiuto della totale disumanizzazione a cui stiamo assistendo inermi”.

Massimo Giuliano: