La vendemmia è già iniziata per le uve bianche, poi sarà la volta di Trebbiano e Montepulciano. Al via almeno due settimane prima della consueta data. La siccità e la mancanza di precipitazioni hanno creato problemi anche alle viti. Ci sarà un calo della produzione dei vini dal 20 al 40%, qualità buona ma non sarà un’annata da ricordare
A causa della carenza idrica e della siccità la vendemmia in Abruzzo è già partita per il Pecorino, poi sarà il turno del Trebbiano e del Montepulciano, ma anche di altre uve, con almeno due settimane di anticipo. La qualità è buona, nonostante non sia un’annata da ricordare. Si registra un calo di produzione di vino che va dal 20 al 40 per cento. Insomma, la mancanza di acqua e di precipitazioni ha influito negativamente sulla vendemmia. Per quanto riguarderà i prezzi bisognerà attendere ancora un po’.
Il Tg8 ha intervistato Rocco Pasetti, enologo, viticoltore e presidente di DAQ vino Abruzzo, che ci conduce nei campi di Collecorvino, nel Pescarese. La siccità ha indubbiamente avuto un impatto devastante sulle vigne. La mancanza di precipitazioni ha impedito alle piante di ricevere l’acqua necessaria durante le fasi cruciali della crescita e della maturazione dei grappoli. Le viti, stressate dalla scarsità idrica, hanno prodotto grappoli più piccoli e con un numero inferiore di acini, determinando così una minore resa complessiva.
La situazione attuale dell’Abruzzo non è un caso isolato, ma rientra in un contesto più ampio di cambiamenti climatici che stanno alterando le tradizionali tempistiche e modalità della viticoltura in tutta Italia. Gli agricoltori della nostra regione si trovano di fronte alla sfida di adattarsi a un clima sempre più imprevedibile, che richiede nuove strategie di gestione delle risorse idriche e delle colture. Anche la scelta di trasferirsi progressivamente ad altitudini maggiori, salendo di quota, va vista nell’ottica di una preservazione della coltivabilità del terreno, direttamente correlata all’aumento delle temperature.