Piano rete ospedaliera della Regione: un bluff per il centrosinistra

Il centrosinistra attacca la maggioranza sul piano di Rete ospedaliera che, per loro, è confuso e non decide nulla

La proposta di Rete ospedaliera mandata dalla Regione Abruzzo al Governo per il centrosinistra è un bluff, un piano redatto a loro giudizio per essere impraticabile.

In conferenza stampa i consiglieri Silvio Paolucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani, Pierpaolo Paolucci e Dino Pepe hanno accusato il governo regionale di aver scritto in due anni un documento pieno di contraddizioni che non decide.

Ipotesi e procedimenti campati in aria, ha spiegato Silvio Paolucci, si è fermi ad una bozza inoltrata nell’ottobre 2019. Insomma la sanità per loro viene gestita senza nessun atto di programmazione.

Una criticità notevole per i consiglieri è che si delega la programmazione ai direttori generali delle Asl che si sostituiscono all’esecutivo regionale ma non solo.

Il tutto fumo e niente arrosto incalza Paolucci è proprio sui Dea di secondo livello, per i 4 comuni capoluogo pensano di lasciare le cose come erano, tuona. Sono Dea di secondo livello di 15 anni fa, secondo livello solo nel nome.

La bozza della nuova rete nasce per non concretizzarsi per il centrosinistra e cancella la programmazione del centrosinistra stesso tornando ad una impostazione superata da oltre 15 anni e da nuovi provvedimenti legislativi.

I territori sono tutti penalizzati secondo l’opposizione. L’emodinamica a Vasto, la questione dell’ospedale di Atessa, Sulmona, Guardiagrele e tante altre criticità.

Ci sono inoltre risorse ferme per l’edilizia, 500 milioni, per L’Aquila, Teramo, Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano cancellando gli investimenti per Chieti.

Per Mariani quando il Governo regionale dovrà presentare il piano a tutti si creeranno delle frizioni anche in maggioranza, una maggioranza per loro incapace di dare risposte agli abruzzesi.

Il centrodestra sa che sarà bocciato, serve solo per fare un po’ di scena, sostengono i consiglieri del centrosinistra.

Daniela Rosone: