A Pineto ancora ruspe sulle spiagge, dei Fratini e sopra le piante dunali protette. Ennesimo esposto della Sezione Ornitologica Abruzzese. SOA: “Profluvio di chiacchiere sulla tutela della biodiversità costiera, situazione vergognosa in troppe aree”.
“Stiamo iniziando a perdere il conto degli esposti fatti in poche settimane di monitoraggio lungo la costa abruzzese per lavori di ogni tipo. Oggi credo sia il nono o il decimo”. E’ quanto affermano in una nota i responsabili della Sezione Ornitologica Abruzzese dopo l’ennesimo devastante intervento sulle spiagge e sulle aree protette di Pineto.
“Sulle spiagge non vediamo controlli di alcun genere ma un continuo lavorio di ruspe e altri mezzi meccanici incompatibile con la tutela della rara biodiversità che vive sulle spiagge. Ci chiediamo se, a parte molte chiacchiere, gli enti vogliano o meno concretamente attuare le direttive comunitarie e le leggi del paese che obbligano alla tutela della biodiversità” è duro il commento di Massimo Pellegrini, naturalista e presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese, davanti alle immagini dei lavori in corso sulla meravigliosa spiaggia di Scerne di Pineto, segnalati da diversi attivisti impegnati nei monitoraggi del Fratino”.
La SOA già lo scorso 25 marzo aveva fatto una prima segnalazione su questo tratto di litorale agli enti in merito ad alcuni lavori con mezzi meccanici che stavano comportando l’alterazione di una spiaggia dove sono presenti, oltre al Fratino, specie rare di piante dunali come il ginestrino delle spiagge, l’erba medica marina, l’eringio marino, protette in Abruzzo sulla base di una legge che risale addirittura al 1979.
Ebbene, la segnalazione non è servita a nulla visto che i mezzi meccanici sono tornati in questi giorni passando tranquillamente sull’arenile e sfiorando pure un nido di Fratino nel frattempo individuato. In parte tali lavori sono connessi alla cosiddetta risagomatura dello sbocco a mare di alcuni fossi. Ammessa e non concessa l’utilità effettiva di tali interventi, il periodo è assolutamente inidoneo per l’impatto che tali attività determinano su piante e animali, anfibi compresi.
Inoltre, in caso di indifferibilità e urgenza di interventi di questo genere, che, essendo di manutenzione possono peraltro essere programmati tranquillamente, si devono valutare attentamente gli impatti e attivare ogni precauzione e misure di mitigazione, dal transito attraverso altri passaggi ai sopralluoghi preventivi per escludere la presenza di specie protette. In realtà, come detto, i lavori osservati in questo ultimo mese si riferiscono a diverse iniziative con scopi diversi.
“Rammarica, si legge infine nella nota, che i volontari si diano tanto da fare per cercare di salvare il salvabile e che gli enti siano o inerti o addirittura parte attiva in attività contrarie a norme, regolamenti e leggi comunitarie, nazionali e regionali. Sulle spiagge è il far west con scarsi o nulli controlli. Serve una sterzata fatta di iniziative concrete e non di parole, parole, parole” conclude Pellegrini.