Pineto: botta e risposta sulla questione pini

Si accende la polemica a Pineto per la decisione dell’amministrazione comune di tagliare 41 pini in via Volturno a Scerne. Taglio che a detta del primo cittadino è necessario, perché le piante in questione risultato malate, mentre l’ex Monticelli solleva tante perplessità

Una polemica accesa dall’ex sindaco Monticelli e dagli esponenti di opposizione comunale di ‘Italia Viva’. L’intervento contestato, che attende ancora una progettualità definitiva, secondo l’amministrazione comunale è stato dettato da problematiche legate al coleottero Tomicus che ha attecchito su diversi fusti, oltre che dall’avanzare delle radici che hanno determinato la disconnessione degli asfalti creando problemi di staticità degli alberi.

Luciano Monticelli, ex sindaco di Pineto: “Il Comune di Pineto si accinge a cambiare nome perché l’Amministrazione in carica ha deliberato l’abbattimento di ben 41 pini della splendida Via Volturno (atto di Giunta comunale n. 164 del 10/12/2021). In un brevissimo lasso di tempo e in due sole vie cittadine, Via della Stazione e la stessa Via Volturno, sono stati già abbattuti circa 20 alberi, senza che vi sia stata nemmeno una sostituzione o ripiantumazione di simili o differenti essenze arboree. Se ciò non bastasse, la formale e reiterata richiesta di realizzare un’alberatura lungo la ciclabile fra Scerne ed Heliopolis giace tristemente inattuata”.

Robert Verrocchio Sindaco di Pineto: “Siamo affiancati in queste decisioni da autorevoli professionisti del campo, abbiamo adottato il piano del verde, prevedendo la reazione di una nuova pineta tra la zona Catucci fino a Scerne. Spiace constatare che Monticelli, stia strumentalizzando la questione per soli fini di spasmodica visibilità. Negli ultimi cinque anni, tra nuovi rifacimenti di marciapiedi e asfalti nella zona di via Volturno, sono stati spesi oltre 200mila euro e ci piacerebbe non dover spendere più fondi nel rincorrere i danni delle radici, siamo per investirli sul potenziamento del decoro urbano”.

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Barbara Orsini: