Decide di vendere una villetta sulle colline pinetesi, ma si accorge che è abusiva. L’incredibile storia di Anna e di suo figlio Eugenio, vittime di un intrigo tra permessi edilizi concessi con troppa facilità e l’assoluta mancanza di controllo da parte delle Istituzioni.
Siamo sulle suggestive colline teramane, al confine tra Pineto e Silvi, a pochi metri in linea d’aria, la Torre del Cerrano ed il panorama inconfondibile di uno dei tratti di costa più belli d’Abruzzo. Il territorio comunale è quello di Pineto, in Via Torre del Cerrano, agli inizi degli anni 2000 viene acquistato un terreno agricolo, sapendo o non sapendo che l’area è sottoposta a vincolo paesaggistico, tanto che dal Comune di Pineto giunge il nulla osta per costruire solo una casa rurale. Ma qui avviene l’incredibile, al posto della casa rurale sorgono ben tre villette, senza che alcun ente preposto al controllo, se ne rendesse conto. Ci sono voluti più di 20 anni per far emergere l’assurda realtà delle cose, quando una delle proprietarie delle villette, Anna, decide di vendere. Qui è tutto abusivo, più che vendere si dovrebbe demolire:
“Abbiamo così deciso di muoverci nelle sedi preposte per accertare lo stato delle cose – ci racconta l’avvocato della signora Anna – Antonio Del Vecchio, la macchina della giustizia ha i suoi tempi, ma qui c’è il rischio per la mia assistita di trovarsi senza casa e senza possibilità di recuperare tutte le spese sostenute, ma c’è anche il rischio per eventuali acquirenti di venire di fatto truffati.”
Gli originari proprietari che da fabbricato rurale si sono spinti oltre il consentito, realizzando tre villette, si stanno affrettando a liberarsi di tutto e, grazie ad un’agenzia compiacente, hanno messo in vendita la propria villetta a meno della metà del suo reale valore, poco più di 500 mila euro a fronte di una valutazione che supera il milione. Intanto sia la signora Anna che il proprietario della terza villetta hanno intentato delle cause civili per tutelare i propri interessi ed è partita anche una richiesta di sequestro conservativo per evitare il classico “prendi i soldi e scappa”.
” Nei giorni scorsi abbiamo depositato in Tribunale a Teramo la richiesta di sequestro – ci spiega Del Vecchio – confidiamo nella solerzia del giudice, ma intanto siamo costretti ad attendere armati di pazienza con la speranza che le responsabilità per questa vicenda così assurda, vengano tutte a galla.”