Pnalm: a Villalago, in Abruzzo, il frutteto per orsi “Una foresta per Amarena”

Si è svolta oggi, a Villalago, nella Zona di Protezione Esterna al Parco nazionale Abruzzo Lazio e Molise, la piantumazione dei primi 30 alberi da frutto reperiti dagli organizzatori del progetto “Una foresta per Amarena”

Il terreno interessato è in prossimità del paese più frequentato dall’orsa Amarena dall’estate 2020 fino a pochi giorni prima di essere uccisa, a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila).

Alberi di mele, pere, ciliegie e cespugli di more e sorbo sono stati acquistati grazie alla raccolta fondi a partecipazione popolare promossa da Giovanni Casadei ed Eugenia Salvatore, amministratori della pagina Facebook “Le montagne dell’orso”. La coppia pescarese, amante della natura e degli animali, ha collaborato attivamente con la comunità di Villalago, che era affezionata all’orsa Amarena. Il terreno per la piantumazione è stato concesso dal Comune di Villalago. Recentemente il sindaco del piccolo centro montano, Fernando Gatta, ha incontrato Casadei e Salvatore, i quali hanno ricevuto sostegno e collaborazione anche dall’associazione culturale Antico borgo. In futuro si pensa anche di organizzare alcuni incontri con esperti naturalisti per sensibilizzare anche la popolazione civile al rispetto della natura e della fauna.

All’iniziativa di oggi era presente anche Luciano Sammarone, direttore del Pnalm.

“L’operazione è positiva in sé, ma anche per l’aspetto culturale che contiene, per cui tanta gente si è fatta carico dell’iniziativa. – ha detto Sammarone – Ma non sposta nulla, perché non è la fame il problema. Nessun orso è morto deperito né scende in paese perché ha fame. L’orso scende in paese per una complessità di motivi il primo dei quali è la competizione intraspecifica. Nelle statistiche degli ultimi vent’anni, dal 2004 abbiamo avuto 46 orsi morti, di 10 non sappiamo la causa, 6 sono morti per competizione intraspecifica cioè un orso ha ammazzato un altro orso. Questo vuol dire che stanno stretti questi plantigradi. Sono morti tutti nel Parco, a conferma della densità abbastanza elevata nel Pnalm. Degli altri, nove sono morti ammazzati (avvelenamento, bracconaggio, fucilate), otto per investimento. Le cause di mortalità sono queste, non la fame. E sono morti di questi motivi soprattutto fuori dal Parco. Quindi il problema è soprattutto al di là del Pnalm. C’è l’area di espansione, funziona benissimo dal Parco d’Abruzzo al Parco della Maiella passando dal Genzana. Allora, se questo corridoio funziona, cominciamo a rafforzarlo.

Il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise è di 50mila ettari. Quanti orsi pensiamo possano starci dentro? La capacità portante non è dettata da quanto hanno da mangiare, ma dallo spazio a disposizione. Se lo spazio è limitato, significa che devi favorire, lo dice uno studio dell’Università La Sapienza, che gli orsi vadano nel Sirente Velino, nel Gran Sasso, nei Simbruini, nei Sibillini, nel Matese”.

(Foto Ansa)

Marina Moretti: