La Corte d’Assise di Chieti, presidente Guido Campli, a latere Maurizio Sacco, questa mattina ha ammesso le prove richieste dalle parti e ha rinviato al 29 giugno prossimo, per sentite tutti i testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm Gabriella De Lucia, il processo ad Alessandro Chiarelli, il trentenne di Popoli accusato di aver ucciso il 25 novembre del 2021 Fulvio Declerch, che di anni ne aveva 54, con l’aggravante della premeditazione, con crudeltà, per futili motivi e di aver tentato di sopprimere il cadavere dopo averlo trasportato con una carriola vicino al fiume Pescara dove venne gettato restando incagliato nella fitta vegetazione
Fra Chiarelli e Declerch quel giorno c’era stato un diverbio dopo che quest’ultimo gli aveva negato la somministrazione di bevande alcoliche, a quanto pare vino. Chiarelli in un primo momento era andato via dall’abitazione della vittima, poi era tornato impugnando un coltello da cucina ma era stato allontanato da altre persone presenti in casa. Era tornato di nuovo in seguito quando Declerch era solo e, dopo aver rotto una finestra, era entrato nell’abitazione colpendolo con violenti e ripetuti fendenti, accanendosi sull’uomo ormai agonizzante e inerme, e sferrando almeno 11 coltellate al viso e al collo, sfigurandolo. Oggi Chiarelli, difeso dagli avvocati Gianluigi
Tucci e Fabrizio Castellano, era in aula. Tre le parti civili costituite ovvero la figlia della vittima, e due nipoti, uno dei quali è il figlio del fratello che nel frattempo è deceduto: i legali che le assistono sono Sergio Della Rocca, Emidio Antonucci, Angelo Staniscia al cui posto oggi c’era in sostituzione Enzo Sambenati.
“Noi parti civili riteniamo che dagli elementi raccolti in sede di indagini emerga in maniera chiara la responsabilità dell’imputato in ordine ai fatti a lui contestati, pertanto le stesse parti civili chiedono a questa corte di fare giustizia soprattutto per la memoria del povero Fulvio Deckerch a cui non solo le parti civili ma tutta la comunità popolese era molto legata – ha detto l’avvocato Antonucci al termine dell’udienza. Noi chiederemo che venga
emessa una condanna proporzionata alla gravità e all’efferatezza del delitto contestato per come è stato eseguito. Chiederemo anche un risarcimento del danno in favore delle parti civili che si sono viste negate l’amore e la vicinanza del proprio familiare”. Quanto ai rapporti fra imputato e vittima “loro spesso si incontravano – ha detto ancora il legale di parte civile – , sicuramente i rapporti erano un po’ altalenanti. Poi quello che è successo non era prevedibile anche se già pochi mesi prima era accaduto un fatto spiacevole, in cui Declerch era stato percosso dall’odierno imputato”.