Era uscito di casa, durante il lockdown, pur sapendosi infetto dal Covid-19. Il virus lo superò senza particolari problematiche ma gli strascichi di quel contagio li ha dovuti affrontare sui tavoli della giustizia. Processato con rito abbreviato e assolto
In giro con il Covid durante il lockdown, fermato dai carabinieri per un controllo è finito a processo. Protagonista della vicenda è un 52enne residente in Valle Peligna, titolare di un’attività che eroga servizi essenziali, una di quelle che nemmeno in tempo di Covid ha chiuso i battenti. Lui però per la legge, essendo risultato positivo al tampone, doveva rimanere a casa e osservare il periodo di monitoraggio sanitario, come da indicazioni dell’autorità sanitaria. Erano altri tempi. Era il 1 dicembre 2020. All’epoca il Covid faceva paura e il sistema non consentiva margini di libertà per quanti risultavano contagiati.
Dovendo verosimilmente mandare avanti la sua attività il commerciante uscì di casa, in spregio alle disposizioni, incrociando lungo la strada la pattuglia dei carabinieri alla stazione di blocco. Nel corso dei controlli incrociati, viste le comunicazioni che l’azienda sanitaria diramava al sindaco in qualità di massima autorità sanitaria e alla prefettura, si scoprì che l’automobilista viaggiava con il Covid. Da lì la segnalazione in Procura.
Tuttavia, nel corso del processo, si è scoperto che il controllo dei militari era avvenuto subito dopo l’esecuzione del tampone, senza la tracciabilità della riscontrata positività. Alla fine il commerciante ha avuto ragione. Assolto con formula piena.