Poste Italiane: chiude il Centro Contabile de L’Aquila, 20 dipendenti ricollocati in altri uffici anche a 30 chilometri di distanza.
Lo rende noto un comunicato di Sip Cisl che si dice preoccupato per le sorti del personale. Il piano di riorganizzazione di Poste Italiane prevede lo smantellamento, ad aprile, del Centro contabile dell’Aquila e il trasferimento dei 20 dipendenti in altri uffici nel raggio di 30 chilometri. Tutte figure altamente specializzate, che verranno destinate ad altre lavorazioni”. Ad annunciarlo sono Giuseppe Di Giuseppe, segretario Slp-Cisl della provincia dell’Aquila, Ezio Fosca, segretario Slp-Cisl Abruzzo-Molise e Paolo Sangermano, segretario Cisl della provincia dell’Aquila.
“Il servizio del Centro contabile del Capoluogo, che si occupa di monitorare tutte le operazioni amministrative e finanziarie degli uffici postali abruzzesi e di parte del Lazio”, spiegano Di Giuseppe e Fosca, “sara’ decentrato negli altri centri presenti in Italia. Inoltre, da settembre prossimo scattera’ la riorganizzazione del recapito, con la consegna della posta a giorni alterni, in alcune zone della provincia dell’Aquila, e il taglio di decine e decine di unita’ lavorative, che in parte verranno poste in prepensionamento. L’azienda intende ricorrere anche all’incentivo all’esodo, mentre parte dei dipendenti verra’ destinata ad altri servizi”. Circa un centinaio i lavoratori coinvolti, in provincia dell’Aquila, nel piano di riorganizzazione di Poste italiane. “La distribuzione della posta a giorni alterni”, sostiene Paolo Sangermano, “viene motivata dall’azienda con la diminuzione dei flussi, ma e’ assurdo che una societa’ in attivo da piu’ di quindici anni proceda ad una riorganizzazione generale che prevede tagli e ridimensionamenti sul territorio”. La Cisl “rigetta la totale chiusura dell’azienda e invita Poste Italiane a fare un passo indietro. Sono state assunte decisioni unilaterali”, concludono Di Giuseppe e Fosca, “che vanno a penalizzare ulteriormente un territorio gia’ in forte difficolta’ e in precarie condizioni occupazionali”