Il direttore di Rete8 Carmine Perantuono tra i premiati del Premio Borsellino, l’annuncio nel giorno dell’anniversario della strage di via D’Amelio a Palermo
Sono trascorsi trent’anni dalla strage di via D’Amelio a Palermo, decisa dalla mafia per eliminare il giudice Paolo Borsellino e che provocò la morte anche della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
L’unico sopravvissuto fu l’agente Antonino Vullo, che al momento dell’esplosione stava parcheggiando una delle auto usate per la scorta del magistrato. Erano le 16 e 58 di domenica 19 Luglio 1992 quando una Fiat 126 rubata saltò in aria. Conteneva circa 90 chilogrammi di esplosivo del tipo Semtex-H, PETN, tritolo e T4 insieme. Il comando fu azionato a distanza non appena Borsellino e gli agenti della scorta scesero dalle auto. Era una scena di guerra quella che si presentò ai primi soccorritori. C’erano decine di auto distrutte dalle fiamme, gente che urlava e palazzi semidistrutti.
Era esplosa una bomba, come in un conflitto. La scena della strage non fu subito protetta e delimitata. Scomparve l’agenda rossa di Paolo Borsellino uno dei misteri aperti su una strage che ha poche verità. Per tenere sempre accesa la fiamma del ricordo sono numerose le iniziative, in particolare con le scuole di tutto Abruzzo, messe in campo negli anni dal Premio Nazionale Paolo Borsellino. A Palermo sono numerose le iniziative di ricordo in programma per tutta la giornata di oggi, tra i presenti anche una delegazione del Premio guidata dal professore Graziano Fabrizi che sta già organizzando la nuova edizione del Premio. Tra i premiati anche il direttore di Rete8, Carmine Perantuono.