Presidio per i diritti dei giovani africani a Teramo

Davanti alla Prefettura di Teramo presidio di una rappresentanza di giovani africani della Unione sindacale di base per invocare migliori condizioni di vita

Con lo slogan “Non sulla nostra pelle”, chiedono casa, lavoro, diritti e soprattutto documenti per tutti. Oltre a questo, temono che il Decreto Cutro produca altre morti in mare e che l’eliminazione della protezione speciale porti a una crescita delle presenze di stranieri in posizione irregolare.

“Siamo scesi in piazza – spiega un manifestante – perché sia garantito il rispetto dei diritti umani, non solo dei cittadini italiani, ma di tutti, infatti molti stranieri non vengono considerati cittadini.”

Afferma Massa Sidibe, dell’USB Teramo:

“Gli immigrati sono lavoratori e lavoratrici, richiedenti asilo senza documenti che contribuiscono allo sviluppo economico e sociale del paese ma a cui sono negati diritti fondamentali come l’assistenza sanitaria, il lavoro e la casa, opponendo una serie di ostacoli burocratici, difficoltà relative a carenze organizzative degli uffici per l’immigrazione e altri impedimenti creati ad arte, che rendono sempre più difficile ottenere ciò che le stesse leggi italiane prevedono e stabiliscono. Tanti sono anche vittime di una sanatoria che si è rivelata del tutto insufficiente per garantire ciò che pure era stato loro promesso, ovvero l’emersione dall’invisibilità.

Noi chiediamo:
il Permesso di soggiorno per tutti e tutte;
il rispetto dei tempi dei 60 giorni previsti per legge per il rilascio e rinnovo del Permesso di soggiorno;
l’immediata assunzione di personale alle questura per velocizzare le pratiche per la regolarizzazione”.

Marina Moretti: