Nuova udienza oggi al tribunale di Pescara per il processo sui tetti di spesa della sanità, dopo che due dei 5 imputati, Gianni Chiodi e Lanfranco Venturoni, hanno rinunciato alla prescrizione.
E’ stata la giornata degli esami di Parte Civile e Difesa al principale teste dell’accusa, l’imprenditore Luigi Pierangeli, al processo sui tetti di spesa della sanità entrato nella fase dibattimentale dopo che due, degli iniziali 5 imputati, hanno rinunciato alla prescrizione, vale a dire l’ex commissario della sanità ed ex presidente di Regione Gianni Chiodi e l’ex assessore alla sanità Lanfranco Venturoni. I reati contestati dalla pubblica accusa, rappresentata dal Pm Andrea Papalia, sono di violenza privata, falso ed abuso d’ufficio. Si discute, lo ricordiamo, di fatti accaduti prevalentemente nella primavera del 2010, quando i rappresentanti della sanità privata vengono, secondo l’accusa, messi alle strette ed obbligati a firmare il nuovo contratto, rischiando in caso contrario la sospensione degli accreditamenti. L’udienza iniziata intorno alle 12.30 è stata, nella prima fase, caratterizzata dall’esame della Parte Civile rappresentata dall’avvocato Tommaso Marchese, e nel pomeriggio dall’esame della difesa dell’x governatore Chiodi, rappresentata dall’avvocato Carlo Mazzarella, il quale si è limitato a ripercorrere alcune fasi ed alcuni passaggi contenuti nella denuncia presentata dallo stesso Pierangeli, riservandosi di approfondire alcuni argomenti nel contro esame che avverrà il prossimo 9 maggio. Più interessante, sotto l’aspetto della conoscenza dettagliata di quanto avvenne in quel periodo, l’esame di Parte Civile con le puntualizzazioni che l’avvocato Marchese ha invitato a formulare al teste Pierangeli:
“Si è offerto uno spaccato di quel periodo – ha spiegato Marchese a fine udienza- ricollegando determinati comportamenti agli atti, in particolare il teste ha messo in evidenza una corrispondenza molto precisa tra le condotte degli imputati e gli atti che di conseguenza sono stati posti in essere. In particolare in quei giorni, ad esempio, Chiodi aveva accettato condizioni, anche temporali, molto più favorevoli per i centri di riabilitazione ai quali aveva riservato termini più ampi, rispetto alle cliniche private che invece venivano messe alle strette per la firma del famoso contratto.”