Slitta a febbraio la sentenza per la tragedia di Rigopiano: lo ha annunciato il Gup Gianluca Sarandrea in udienza, contrariamente alle previsioni che ipotizzavano la fine del primo grado entro gennaio
Il processo per i 29 morti avrà, quindi, altre due sessioni a gennaio, il 18/19/20 e il 25/26/27.
Sarandrea ha affermato che la sentenza potrebbe essere emessa non più tardi del 17 febbraio 2023. Dopo la due giorni della requisitoria conclusasi con le pesanti richieste di condanna da parte della Procura per gli imputati, da ieri pomeriggio è il turno delle parti civili, che avranno a disposizione anche il turno del 15/16/17 dicembre prossimi: le difese, a quanto si è appreso avranno a disposizione tutto gennaio.
Queste le richieste di condanna dei procuratori di Pescara Giuseppe Bellelli, Andrea Papalia e Anna Benigni per gli imputati al processo – accuse di omicidio, disastro colposo e lesioni – per i 29 morti causati dalla valanga che il 18 gennaio 2017 travolse il resort di Rigopiano: per l’ex Prefetto Francesco Provolo 12 anni, per i dirigenti della Prefettura Leonardo Bianco 8 anni, Ida De Cesaris 9 anni. Per il sindaco Ilario Lacchetta sono stati chiesti 11 anni e 4 mesi come per il dirigente comunale Enrico Colangeli; per i dirigenti della Provincia di Pescara Paolo D’Incecco e Maurio Di Blasio 10 anni, mentre per l’ex presidente Antonio Di Marco la richiesta è stata di 6 anni. Per i dirigenti regionali Carlo Giovani, Pierluigi Caputi, Emidio Primavera, Sabatino Belmaggio, Carlo Visca 5 anni, 7 per Vincenzo Antenucci. Per gli ex sindaci del comune di Farindola Massimiliano Giancaterino e Antonio De Vico 6 anni, per Bruno Di Tommaso gestore dell’hotel 7 anni e 8 mesi; pene di 4 anni per il geologo Luciano Sbaraglia, 4 anni anche per i dirigenti provinciali Giulio Honorati, 3 per Tino Chiappino, 2 per Andrea Marrone, poi un anno per il tecnico Giuseppe Gatto. Sul fronte del depistaggio in Prefettura 2 anni e 8 mesi per Daniela Acquaviva e Giulia Pontrandolfo, 2 anni per Giancarlo Verzella. Chiesta l’assoluzione per Antonio Sorgi (prescrizione) e i funzionari della Prefettura Salvatore Angieri e Sergio Mazzia. Per la Gran Sasso Resort la richiesta è di 200 mila euro, e si ritiene prescritto quindi da assolvere l’imprenditore Paolo Del Rosso.
Nel corso del suo intervento il Pm Andrea Papalia ha stigmatizzato i ritardi nell’apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento soccorsi (CCS). Bellelli ha incentrato la parte più importante del suo intervento sui depistaggi.