Il Psychiatric Circus a Pescara scatena l’ira di “Malamente” e di Psichiatria Democratica, due associazioni che si occupano di malattia mentale.
Questa la nota diffusa dai responsabili delle associazioni:
Apprendiamo con stupore e sdegno la notizia di uno spettacolo circense incentrato sulla psichiatria e sulla vita vissuta dagli internati nei manicomi degli anni 50.
Forse nell’intento del regista ci sarà anche quello di “puntare il dito contro i pregiudizi” ma scherzare sulla malattia mentale e sul vissuto degli internati in manicomi o strutture simili. Persone che, lo ricordiamo, fino agli anni 80 erano trattate come “bestie” con trattamenti medici barbarici (lobotomie, elettroshock etc..), alle quali non era concesso il benchè minimo diritto umano. Non pochi furono i casi di maltrattamenti, molestie, stupri usciti molti anni dopo la morte dei pazienti stessi e, sopratutto, dopo la chiusura dei manicomi stessi e l’apertura degli archivi delle strutture.
Noi non ci troviamo proprio nulla da ridere e troviamo questo modo di “sensebilizzare” a dir poco squallido e inopportuno.
Ci meraviglia che una città come Pescara possa accettare di ospitare questo tipo di spettacolo, in una regione che ha osptitato uno dei manicomi più antichi d’Italia (Teramo).
L’esigenze di spettacolarizzare la malattia mentale è qualcosa di intollerabile sopratutto in un momento nel quale i Csm e le famiglie hanno poco supporto e vengono spesso ghettizzati.
La contrarietà di uno spettacolo del genere non è a priori ma ci auguriamo che a nessun’altro venga in mente di dissacrare in questa maniera problematiche serie che molte persone vivono sulla propria pelle e che di tutto hanno bisogno tranne che di essere derisi.
Se proprio si vuole sensibilizzare il problema della salute mentale e delle strutture psichiatriche allora è bene conoscere alla perfezione quel che accade e riprodurre artisticamente il disagio di famiglie e pazienti non deriderli e rendere grottesco il tutto.
Speriamo che questo spettacolo venga annullato e che la compagnia circense ripensi al suo modo di rappresentare la psichiatria.