A segno l’indagine dei carabinieri che hanno indagato due persone e recuperato nel Teramano un dipinto dell’800 rubato ad un collezionista milanese, cui è stato restituito
Un dipinto raffigurante San Francesco del maestro Giovanni Carnovali detto il Piccio (1804-1873), è stato recuperato nel teramano, a distanza di 5 anni dal furto, dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di L’Aquila coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo.
L’attività investigativa che ha consentito l’individuazione e il recupero del dipinto si inquadra nel costante monitoraggio dei siti di e-commerce che i militari del Nucleo TPC di L’Aquila svolgono al fine di contrastare la commercializzazione dei beni culturali di provenienza illecita. In particolare era stata notata su una piattaforma commerciale online l’inserzione di un dipinto che aveva attirato l’attenzione dei militari. I successivi approfondimenti investigativi hanno potuto confrontare le immagini con quelle contenute nella “Banca Dati dei Beni Culturali illecitamente sottratti”, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo, gestito dallo stesso Comando TPC. Si è così appurato che l’opera era stata rubata cinque anni prima ad un privato a seguito di un furto presso la sua abitazione di Milano, il quale, prontamente contattato, ha riconosciuto senza ombra di dubbio il dipinto come quella sottrattogli. Il dipinto rubato, un olio su tela del maestro Giovanni Carnovali detto il Piccio, artista rinascimentale tra i più spiccati del XIX secolo, risulta del valore commerciale di circa 5000 mila euro, e raffigura San Francesco d’Assisi con le sacre Stimmate, episodio della Legenda maior (XIII,3) quando “Pregando il beato Francesco sul fianco del monte della Verna, vide Cristo in aspetto di serafino crocefisso, il quale gli impresse nelle mani e nei piedi e nel fianco destro le stimmate della Croce dello stesso Signore Nostro Gesù Cristo”.
Le indagini hanno permesso di tracciare le fasi con cui l’opera è giunta a Teramo e per cui risultano indagate due persone. Grazie al dettagliato quadro probatorio fornito l’Autorità Giudiziaria teramana ha potuto emettere un provvedimento di dissequestro e restituzione al legittimo proprietario che gli ha consentito, a distanza di cinque anni dal furto, di riappropriarsi di un’opera d’arte considerata ormai perduta.