Nessuna dismissione del sito industriale Betafence di Tortoreto, nessuno spostamento della produzione in Polonia e avviamento di una fase di studio da parte della multinazionale per rilanciare la struttura abruzzese. È quanto emerso nella riunione di questa mattina convocata dall’assessore alle Politiche del Lavoro, Pietro Quaresimale.
L’incontro è avvenuto con i rappresentanti sindacali dei lavoratori e della Betafence Italia rappresentata dai consulenti Stefano Lalatta e Valentina Castelli.
“L’attenzione su questa vertenza rimane alta – ha esordito l’assessore Quaresimale – perché riteniamo fondamentale non perdere altri posti di lavoro sul territorio”. La riunione è stata salutata con favore dai rappresentanti sindacali che hanno apprezzato la decisione dell’assessore di avviare un tavolo istituzionale regionale solo pochi giorni dopo l’incontro con i rappresentanti politici del ministero dello Sviluppo economico. “Il fatto che Betafence abbia ufficialmente dichiarato di non voler dismettere il sito di Tortoreto è un passo in avanti – ha detto Quaresimale al termine dell’incontro -, così come la precisazione che gli esuberi saranno al minimo. Ma in un certo senso la possibilità di un’ampia ristrutturazione presuppone che il sito di Tortoreto sarà rilanciato come centro di eccellenza, con possibilità di riqualificare il personale e con un impegno della Regione Abruzzo a finanziare la formazione degli addetti”. Sul fronte occupazionale, e i due rappresentanti dell’azienda hanno ribadito anche nella riunione con l’assessore, la ristrutturazione del sito di Tortoreto comporterà un minimo di esuberi che però non è stato quantificato. “E’ questa la notizia che ci tiene in massima allerta – ha proseguito l’assessore -, anche se l’azienda proprio nella riunione di oggi ha confermato l’intenzione di ridurre l’impatto sociale volendo aderire a tutte le forme di welfare per le cosiddette uscite morbide. Come Regione, siamo pronti a garantire precise azioni di politica attiva in favore dei lavoratori espulsi e in favore dell’azienda che volesse riconvertire il personale rimanente del sito di Tortoreto”.