“Cominciano ad essere nervosetti”: così ha definito il centrodestra Maria Elena Boschi, in Abruzzo per sostenere il candidato presidente Luciano D’Amico
La Boschi è impegnata nel tour elettorale per le regionali del 10 marzo a sostegno del candidato del campo largo Luciano D’Amico.
“In Abruzzo è una sfida al fotofinish: – ha detto la Boschi – la prossima settimana è quella decisiva, anche perché la Sardegna ci ha insegnato che si vince anche per 3 mila voti. È una sfida aperta con un esito che non è scontato come pensa il centrodestra: cominciano ad essere nervosetti vedendo scivolare di mano quello che credevano un risultato acquisito. Abbiamo bravi amministratori per far vincere l’Abruzzo dopo 5 anni a guida Marsilio che ha fatto di questa terra una provincia romana. È l’uomo di fiducia della Meloni e il fortino di Fratelli d’Italia che non ha portato valore
aggiunto per gli abruzzesi”.
L’ex ministro del governo Renzi, oggi capogruppo alla Camera di Italia Viva, ha proseguito:
“La gestione Marsilio ha comportato che ogni volta a Roma c’è stata malefatta con scelte contro l’Abruzzo. Marsilio anziché difendere i concittadini ha girato la testa in silenzio. L’abbiamo visto anche con la vicenda paradossale del Pnrr con il definanziamento dei soldi che erano già degli abruzzesi. Poi il governo Meloni, in prossimità del voto, ha fatto finta di dare risorse per le infrastrutture, come la Roma-Pescara. Siamo preoccupati per i continui dissidi tra Salvini e la Meloni che si fanno una campagna elettorale contro la stessa maggioranza, col rischio di far pagare un prezzo alle famiglie, agli italiani e alle imprese. Mentre litigano e cercano di farsi lo sgambetto, c’è chi porta avanti il Pnnr, chi fa scelte giuste in un paese rassegnato all’ordinaria amministrazione.
Non c’è una riforma, una visione, uno slancio per il futuro. Vivono di rendita per il lavoro fatto dal Governo Draghi su Pnrr e altri investimenti stabiliti. Non vediamo niente nel lavoro da loro fatto; con un ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che non ne azzecca una, non c’è una crisi aziendale che riesca a chiudere positivamente. Questo è un problema per le imprese. Ci si aspettava poi da un governo di centrodestra che almeno aiutasse nell’ alleggerimento della burocrazia e la riduzione delle tasse. È stato fatto il contrario con nuove regole, sempre più burocrazia e tasse aumentate anche nell’ultima legge di bilancio”.