Rene da sconosciuto: il dono riguarda anche a L’Aquila

Il dono di un rene da uno sconosciuto salva tre pazienti a Padova, L’Aquila e Bologna

Da più di cinque anni in Italia non avveniva una donazione samaritana, ossia fatta da una persona in perfette condizioni di salute che si sottopone a un prelievo di rene per destinarlo non a un proprio familiare o amico, ma ad uno sconosciuto in lista d’attesa per il trapianto, in forma totalmente gratuita e anonima.

Complessivamente si è trattato del nono donatore dal 2015, anno in cui il Centro nazionale trapianti, diretto da Giuseppe Feltrin, ha attivato questo specifico percorso che segue un iter rigoroso.

Prima di essere ammessi al programma di donazione, infatti, i donatori sono sottoposti a valutazione clinica, immunologica e psicologica. In questo caso, come definito dal protocollo
nazionale vigente, ben due commissioni di parte terza, una a livello regionale e una a livello nazionale, hanno vagliato la candidatura del volontario, fino al via libera definitivo del
Tribunale competente territorialmente, che ha autorizzato il prelievo da vivente, accertando la libertà e la consapevolezza della decisione.

Questo ha dato il via ad una serie di prelievi e trapianti concatenati tra coppie donatore-ricevente tra loro incompatibili, in perfetta simultaneità nell’arco di una sola una sola giornata: al mattino è stato fatto il prelievo, poi il rene è stato immediatamente portato da un ospedale all’altro dalla Polizia stradale con Lamborghini appositamente modificate per il trasporto organi e nel pomeriggio dello stesso giorno è stato trapiantato su tutti e tre i pazienti nei rispettivi centri riceventi. Complessivamente sono stati 110 gli operatori sanitari coinvolti tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del CNT e dei coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna.