La Rete cardiologica per l’emergenza funziona meglio in Lazio, Liguria e Marche; per l’Agenas l’Abruzzo tra le regioni peggiori. L’abbandono del Pronto soccorso al 10,48%
Le performance migliori e peggiori sono state evidenziate nella terza indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti tempo-dipendenti. Tra le regioni che hanno ottenuto buoni risultati figurano anche Emilia Romagna, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Le performance peggiori si registrano invece in Abruzzo e Calabria, seguite da Valle d’Aosta e Molise.
L’Abruzzo oscilla tra il tredicesimo e il quartultimo posto tra le regioni d’Italia classificate per le Reti ospedaliere tempo-dipendenti – cardiologia d’emergenza, ictus, emergenza-urgenza – ossia le patologie le cui conseguenze sono strettamente correlate all rapidità di intervento.
Il quadro emerge dalla terza Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle Reti tempo-dipendenti dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari). L’indagine presentata oggi è stata condotta nel 2023 analizzando i risultati del monitoraggio rispetto all’anno 2022.
I dati sono stati presentati da Manuela Tamburo De Bella, responsabile UOS Reti Cliniche Ospedaliere e Monitoraggio DM70/2015 dell’Agenas che, insieme al direttore Dipartimento Area Sanitaria dell’Agenas Antonio Fortino, ha sottolineato come l’indagine sia finalizzata ad individuare le maggiori criticità delle reti tempo-dipendenti dell’assistenza sanitaria, al fine di proporre e incentivare soluzioni mirate.
“Questi – hanno sottolineato i responsabili Agenas – non sono solo numeri, dietro ci sono delle persone e dei pazienti. Dietro questo lavoro, che proseguiremo, c’è anche una forte spinta etica”.
La regione Abruzzo ha formalizzato le Reti tempo-dipendenti, tuttavia, non sono stati ancora approvati il Piano di rete e il relativo sistema di monitoraggio e indicatori specifici per valutare i meccanismi organizzativi delle reti. Inoltre non è stato previsto un finanziamento dedicato.
L’Abruzzo per quanto riguarda la rete cardiologica è al tredicesimo posto, dopo la provincia autonoma di Trento e prima della Basilicata. Per la rete ictus invece la regione è quintultima, tra Sicilia e Sardegna. Infine per la rete emergenza-urgenza, l’Abruzzo è al quartultimo posto, tra Sicilia e Valle d’Aosta.
Un altro aspetto su cui punta i riflettori la terza Indagine nazionale sullo stato di attuazione delle reti tempo-dipendenti dell’Agenas riguarda il Pronto soccorso. Dallo studio emerge che molti cittadini abbandonano il reparto di emergenza-urgenza prima della visita medica, o anche prima della chiusura della cartella clinica.
Le Regioni con la più alta percentuale di abbandono sono la Campania (11,80%), la Sardegna (24,31%) e la Sicilia (12,71%), rispetto ad una
media nazionale del 6,29%. Quelle con la più bassa percentuale di abbandono sono invece la Valle d’Aosta con lo 0%, la Basilicata (1,30%) ed il Veneto (1,65%). Il fenomeno dipende sia dai lunghi, spesso lunghissimi, tempi di attesa, che dal fatto che il paziente si rende conto che la
sua situazione non è così grave da giustificare la permanenza in Pronto soccorso.
I dati restano molto differenziati tra le Regioni. Queste le percentuali di abbandono nelle altre regioni:
Abruzzo (10,48%), Calabria (4,98%), Emilia Romagna (6,01%), Friuli Venezia Giulia (5,66%), Lazio (8,38%), Liguria (5,79%),
Lombardia (3,32%), Marche (7,70%), Molise (3,84%), P.A. Bolzano (2,59%), P.A. Trento (4,68%), Piemonte (3,11%), Puglia (8,16%),
Toscana (4,90%), Umbria (2,36%).