Altri 22,3 milioni di euro per l’area del cratere del terremoto dell’Aquila nella nuova ripartizione dei fondi Restart. L’assessore regionale Liris spiega come “le decisioni assunte oggi hanno di fatto incrementato le risorse destinate ai progetti territoriali del cratere sismico per la coesione territoriale e la ripresa socio-economica delle aree compite dal terremoto del 2009.
Lo spostamento di risorse – finora dormienti – verso progetti già pronti e cantierabili è stato frutto di una forte interlocuzione da me voluta e pienamente condivisa con i sindaci dei comuni
interessati e risponde, quindi, alle esigenze dei territori stessi”.
“Il pre-Cipess ha approvato oggi una nuova ripartizione del Piano Finanziario del Programma Restart accogliendo la proposta formulata dalla Regione Abruzzo e così come stabilito già in sede di Comitato di Indirizzo del 24 agosto scorso – continua Liris -. Il Comitato in seduta preparatoria, ha anche autorizzato l’assegnazione di 160 milioni di euro – su risorse
in larga parte del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc) 2021-2027 – per l’individuazione dei primi 49 interventi giudicati pronti e, quindi, finanziabili (di cui 12,76 milioni di euro della Regione Abruzzo) e indicato ulteriori 89 progetti, per 117 milioni, ammissibili a finanziamento laddove venissero individuate ulteriori risorse dal governo nazionale. Questo accordo, denominato CIS Area Cratere, consentirà l’attuazione integrata di interventi per lo sviluppo socio-economico dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria
interessati dagli eventi sismici del 2016”.
Nell’ambito del Programma di sviluppo ‘Restart è stato approvato, inoltre, il finanziamento dell’intervento ‘Pit-Le Terre della Pescara’ per 7,6 milioni di euro e l’intervento del MISE rafforzamento e sviluppo del sistema industriale per 10,4 milioni. “Si tratta di un altro traguardo importante per le aree interne – conclude l’assessore Liris, – che hanno ancora bisogno di riconnettere un
tessuto sociale compromesso dagli eventi sismici, laddove la ricostruzione fisica spesso non è purtroppo coincisa con un miglioramento della qualità della vita e con un ritorno alla piena normalità”.