Riforma Province: Enti verso il default, se la Camera martedì prossimo dovesse votare il maxi emendamento alla Legge di Stabilità, dal primo gennaio non sarà più possibile garantire i servizi minimi.
Il grido d’allarme dai presidenti delle 4 province abruzzesi che hanno invitato i parlamentari della Regione, così come hanno fatto tutti gli altri colleghi in Italia, a non votare il provvedimento a meno che Governo e Parlamento non si mettano la mano sulla coscienza e decidano di eliminare o ridurre il contributo alla finanza pubblica; aumentare il contributo per strade e scuole da 150 a 250 milioni; costituire un fondo nazionale di almeno 50 milioni per il mantenimento degli equilibri finanziari; un ulteriore fondo di 113 milioni per sostenere l’assistenza alla disabilità; eliminare le sanzioni per lo sforamento del patto di stabilità del 2015; la moratoria totale dei mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti per l’anno 2016 e la trasformazione in Hub delle ipotizzate aree vaste per svolgere per i comuni la funzione di Stazione Unica Appaltante. In Abruzzo la situazione é tragica, il disavanzo complessivo delle Province si aggira sui 35 milioni di euro, in cima alla classifica l’Aquila con oltre 13 milioni, seguono Pescara con quasi 10 milioni, Chieti con poco più di 7 milioni e solo perchè é riuscita a vendere alcuni immobili di proprietà e Teramo con 4 milioni e mezzo e tutto per via di una legge, La Del Rio, positiva nell’impianto di base, ma assolutamente nociva nell’applicazione, incapace di fornire chiarimenti in base alla quale, ad esempio, si continuano a pagare stipendi per funzioni non più attive da settembre 2014 e si continua a pagare contributi di finanza pubblica, mentre lo Stato ha chiuso da tempo i rubinetti.
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