Colpo di scena, stamane, al Tribunale di Pescara per l’udienza del processo sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. A sorpresa l’ex sindaco di Farindola Antonio De Vico chiede il rito ordinario. Rito abbreviato, invece, per gli altri 29 imputati.
Quando si era ormai certi del fatto che tutti e 30 gli imputati avrebbero richiesto il rito abbreviato, a sorpresa è giunto il cambio di strategia della difesa dell’ex sindaco di Farindola Antonio De Vico, rappresenta da sua sorella Raffaella De Vico. Il suo assistito seguirà il rito ordinario:
“Non si può procedere con il rito abbreviato- ci spiega la De Vico – perché sarebbe come avallare un’indagine che al contrario presenta numerose lacune soprattutto nei confronti di mio fratello. Lacune che potrò evidenziare solo in dibattimento in un rito ordinario per dimostrare l’assoluta estraneità del mio assistito”.
Rito abbreviato, invece, per gli altri 29 imputati, compresi il geologo Giuseppe Gatto ed il dirigente pubblico Pierluigi Caputi, per i quali la richiesta è stata formalizzata solo questa mattina. Altro tema, nell’udienza odierna, la nomina dei periti del Tribunale. Sono tre professionisti del Politecnico di Milano, gli ingegneri Claudio e Marco Di Prisco ed il nivologo Daniele Bocchiola che formalizzeranno l’incarico, prestando giuramento, venerdì prossimo alle 11.30. Tre i quesiti a loro posti: le possibili cause di innesco della valanga che ha colpito l’Hotel Rigopiano e se le scosse sismiche possono ave influito; la tempestiva redazione della Carta Valanghe della Regione, deliberata solo di recente, avrebbe potuto ricomprendere anche l’area della tragedia? Terzo quesito l’accertamento sul simultaneo utilizzo di tutti i mezzi sgombraneve in dotazione alla Provincia.
Ultima annotazione, sulla base della decisione del Tribunale del Riesame di annullare il sequestro conservativo sugli stipendi di 4 imputati, l’avvocato di parte civile Romolo Reboa ha presentato nuova istanza.