Ore concitate ieri a L’Aquila per la protesta contro la rimodulazione dell’Irpef, approvata in assenza delle opposizioni
Le opposizioni e diversi manifestanti hanno partecipato ieri pomeriggio alla protesta indetta dai sindacati davanti all’Emiciclo. Poi l’irruzione in aula, con urla e cori contro Marsilio e il governo regionale. Il consiglio, che come d’abitudine si sarebbe dovuto svolgere nell’aula Spagnoli, è stato spostato nella sala Ipogeo e si è tenuto senza la partecipazione delle opposizioni.
Alla fine la proposta di legge recante “Disposizioni in materia tributaria” è stata approvata ieri con gli emendamenti e i voti della maggioranza.
Il presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, ha spiegato in apertura dei lavori la necessità del cambio d’Aula, rispetto alla consueta sala Spagnoli, appellandosi all’art.161 bis comma 1 del Regolamento interno per i lavori del Consiglio regionale, che disciplina i casi in cui risulti “difficoltoso o rischioso lo svolgimento delle attività istituzionali secondo i tempi e le modalità ordinarie”. La scelta è stata giustificata dalla protesta organizzata in contrasto con la manovra finanziaria, sfociata nell’occupazione simbolica dell’Aula consiliare Sandro Spagnoli e cui hanno partecipato tutti i consiglieri di opposizione.
Nel testo anche la canalizzazione esclusiva del gettito al comparto e la promessa di una riforma
strutturale e di un’azione per avere più soldi dal riparto del fondo santuario regionale. Il gettito stimato è di 40 milioni rispetto ai 44,5 del testo della Giunta. Secondo la coalizione di centrodestra non si tratta di una stangata perché le tasse, aumentate con la riforma non riguardano il 72% degli abruzzesi ma solo cittadini più abbienti. Per il Patto per l’Abruzzo si tratta del fallimento della politica sanitaria e di governo del centrodestra.
Le novità della riforma fiscale.
La maggioranza ha condiviso le modifiche da apportare al testo originario, introducendo le seguenti aliquote dell’addizionale regionale Irpef ai tre scaglioni di reddito: 1,67% per i redditi fino a 28mila euro; 2,87% per i redditi oltre 28mila euro e fino a 50mila euro e 3,33% per i redditi oltre 50mila euro.
Il maggior gettito andrà a coprire “esclusivamente” il finanziamento della sanità. È inoltre inserito l’articolo 2 bis “Misure organizzative e di contenimento della spesa sanitaria”, a seguito di un emendamento firmato dal presidente Marco Marsilio e condiviso con l’assessore alla salute, Nicoletta Verì. L’articolo prevede che nell’adozione delle linee guida per la redazione dei Programmi triennali e Piani operativi annuali, al fine di migliorare l’erogazione dei servizi sanitari regionali, la Giunta regionale tenga conto delle seguenti priorità: razionalizzazione della spesa del personale amministrativo delle Asl; razionalizzazione della spesa per consulenze esterne; efficientamento dell’utilizzo dei farmaci, in osservanza delle prescrizioni del Servizio farmaceutico regionale attraverso la programmazione centralizzata degli acquisti e delle misure di appropriatezza prescrittiva; programmazione centralizzata degli acquisti e razionalizzazione dei processi di acquisto di beni e servizi, standardizzando le forniture secondo criteri di efficienza ed economicità.
Infine viene istituita la “Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio sanitaria regionale”, coordinata dall’assessore alla salute in raccordo con il Consiglio delle Autonomie Locali, e composta dagli assessori con delega al bilancio e alle Politiche sociali; dal presidente della Conferenza dei Sindaci di ciascuna Asl e dai rappresentanti delle associazioni regionali delle autonomie locali.
Entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge la Giunta regionale dovrà adottare, su proposta degli assessori alla Salute e alle Politiche sociali, la deliberazione di costituzione e funzionamento della Conferenza permanente. La Regione Abruzzo, attraverso il Dipartimento Sanità, si farà carico della logistica e delle dotazioni necessarie per il funzionamento della Conferenza.
La legge a tutela della aggressioni in sanità.
In apertura della seduta è stato votato a maggioranza il progetto di legge “Costituzione di parte civile nei procedimenti per aggressioni ai danni degli operatori socio-sanitari, del personale del comparto del Servizio Sanitario Nazionale, del Soccorso Sanitario, del trasporto pubblico locale, del personale della scuola, delle forze di polizia, delle forze armate, del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e dei volontari della Protezione Civile”.
Marsilio sulle proteste
Secondo fonti delle forze dell’ordine citate dall’Ansa, al momento i fatti di ieri (la protesta veemente, l’occupazione della sala consiliare e il tentativo di irruzione) non hanno fatto registrare incidenti o episodi che abbiano violato le leggi.
La manifestazione era stata organizzata dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl per protestare contro l’aumento della addizionale Irpef proposto dalla Giunta regionale e che in parte servirà a ripianare il buco della sanità. Nutrita la partecipazione: associazioni, partiti politici, sindaci, consiglieri di opposizione e gente comune. La mobilitazione si è sciolta al termine della seduta del Consiglio regionale, intorno alle 19. Oggi il sindacato Ugl, che ha aderito alla protesta davanti all’Emiciclo, in una nota ha precisato di non avere partecipato, in alcun modo, all’occupazione della sala consiliare.
“Ribadiamo fortemente che l’aumento del disavanzo della sanità è frutto esclusivamente della cattiva gestione dell’offerta sanitaria da parte dei Direttori generali delle Asl abruzzesi. Chiediamo a gran voce che sia rispettato e adottato il programma operativo 2025-2027 come presentato nel tavolo dello scorso 1 aprile – dichiara il segretario regionale Ugl Carlo Pentola – affinché possa essere migliorata l’offerta sanitaria giustificando così e solo così le risorse aggiuntive richieste alla popolazione”.
Anche la Cisl, che ha comunque protestato all’esterno dell’Emiciclo per l’incremento delle tasse e il mancato coinvolgimento delle parti sociali, si è dissociata dall’occupazione:“La Cisl non occupa sedi istituzionali come il Consiglio regionale per nessuna ragione, tantomeno politica. – ha detto il segretario generale Giovanni Notaro. La nostra forza è la nostra autonomia. Il nostro compito è dialogare con tutte le istituzioni e forze politiche, anche se necessario in maniera aspra, ma senza ostacolare le attività istituzionali. Siamo e restiamo un sindacato autonomo che agisce esclusivamente nell’interesse dei lavoratori per migliorare le condizioni di lavoro. La contrattazione è il nostro strumento per ottenere risultati concreti, la concertazione è la nostra via per una crescita condivisa, e il dialogo sociale è la nostra metodologia per risolvere insieme le sfide del presente e del futuro.”
Il presidente, Marco Marsilio, di FdI, nel suo intervento in aula ha parlato di ciò che è accaduto annunciando provvedimenti”.
“Solidarietà – ha detto – ai dipendenti della Regione vittime di violenza. Qualcuno dovrà pagare dinanzi ai tribunali. Da oggi cambieranno gli approcci, nessuno di noi si è mai sottratto al confronto. Ringrazio la maggioranza per questo esercizio di stile, questo distingue le persone serie e
realmente democratiche”.
fiscale per tre quarti degli Abruzzesi, difendono quella piccola parte che pagherà poco di più e che in altri tempi avrebbero definito padroni”.
Il commento all’intervento di Marco Marsilio nella nota del deputato del Pd Luciano D’Alfonso:
“Nel chiuso di un bunker sotterraneo, mentre gli abruzzesi protestavano per l’iniquo aumento delle tasse a fronte di una sanità malata, il presidente romano non ha trovato di meglio che attaccarmi personalmente. Come se fossi io colui che – dopo aver promesso di abbassare la pressione fiscale – ha aumentato l’Irpef per tappare la voragine che si è creata nei conti della sanità nei 6 anni di governo regionale di centrodestra…
Quando parla di sanità, Marsilio dovrebbe ricordare che è stata la giunta regionale di cui ero presidente a far uscire l’Abruzzo dal commissariamento nel 2016, mentre lui e i suoi assessori stanno facendo di tutto per farci ripiombare in quella situazione incatenata; – mi preme anche fargli notare che è surreale chiedere un aumento della tassazione per il livello di sanità attualmente erogato in Abruzzo, una regione in cui 120mila persone devono rinunciare alle cure, le Asl hanno accumulato 180 milioni di debiti, la mobilità passiva ci ruba 104 milioni all’anno e i Livelli Essenziali di Assistenza – soprattutto la prevenzione e la sanità territoriale – sono tali da farci figurare tra le ultime in Italia. – come dimenticare poi i global service fuori controllo e portati a cavallo? Parliamo di queste cose, presidente, mettendo da parte gli insulti. Se vuole facciamo un confronto davanti a un giurì d’onore, evitando però i palloncini di cui ama contornarsi. Confrontiamoci sui numeri, sui dati veri, non su chi alza più la voce: vediamo chi ha più argomenti, non chi sa imitare meglio le scimmie urlatrici”.